mercoledì 19 dicembre 2012

IL FATTO&L'OPINIONE / PERCHE' QUELLO E' FRACKING


di Maria Rita d'Orsogna
L'altro giorno cercavo informazioni sulla Erg Storage Rivara, per capire esattamente in che modo facessero lo stoccaggio del gas in Emilia. Questa Erg Storage e' di proprieta' della Erg, una societa' italiana che la detiene al 15% e al restante 85% della ditta inglese Independent Resources, creata nel 2005. Hanno semplicemente deciso di prendere vecchi pozzi dismesso dell'ENI a San Felice sul Panaro e usarli come punto di partenza per stoccare gas - e per speculare.A un certo punto, mi imbatto in questo altro articolo della Independent Resources, e le sue altre concessioni in Italia. La prima cosa che mi ha colpito sono state le parole: "Presently, Independent Resources’ core development activities include a major underground gas storage facility, a major new source of unconventional gas onshore Italy, and a major source of conventional oil in Tunisia." Rabbrividisco: "unconventional gas" vuole dire una cosa soltanto: fracking. Clicco su un altro link:
Ribolla Basin Shale Gas Play :
A hydraulic fracture job coupled with ceramic proppant, designed to enhance productivity, was followed by a seven weeks production test.
Come, hanno fatto fracking a Ribolla nel 2009 e nessuno l'ha saputo? Continuo ad indagare. La licenza si chiama Fiume Bruna, e la Indepenent Resources l'ha ottenuta dal governo italiano nel 2005. Ha un'area di circa 247 chilometri quadrati, e a suo tempo c'era una miniera di carbone operata dalla Montecatini. Tristemente era anche nota per le ripetute fughe di gas metano dal carbone. Infatti la miniera fu chiusa proprio in seguito ad una forte esplosione causata dalle fughe metanifere il 4 Maggio 1954. Ci fu la morte di 43 persone. Fu il piu' grande disastro minerario d'Italia.Questa combinazione del metano e del carbone a Ribolla non e' di importanza secondaria - la roccia infatti presente a Ribolla e' caratterizzata da carbone poroso, e dentro questi pori c'e' del gas metano. Proprio come il gas di scisti, solo che invece che essere scisti e' carbone. E adesso c'e' la corsa ad accaparrarsi quel gas, con il fracking. Trituro la roccia per prendere il gas. Similmente il coal bed methanesi e' intrappolato nel carbone durante il processo di carbonizzazione. Dunque le tecniche per estrarre il metano dal carbone, piu' o meno, sono le stesse che per lo scisti: fracking, triturare la roccia. Anzi, indagando viene fuori che questo Coal Bed Methane e' considerato il "fratello cattivo" del fracking "normale" - the evil twin of shale gas, perche' i giacimenti sono piu' vicini alla superficie, a circa 1000 metri al massimo, e dunque e' piu' facile inquinare le falde acquifere. Ed ecco che tutto torna: lo stesso metano incastrato nel carbone che ha fatto morire le persone nel 1954, e' adesso visto come una sorgente di energia "estrema", da sfruttare al meglio. Trituriamo il carbone, e prendiamoci il metano. Ma siamo sicuri che proprio questo e' quello che la Independent Resources vuole fare a Ribolla? Estrarre questo Coal Bed Methane? Dozzine e dozzine di siti agli investitori con proprio questo: Ribolla Coal Bed Methane. Mi imbatto in questo comunicato, addirittura del 2006: Independent Resources plc. Key step for Italy's first coal bed methane project . Più chiaro di così...Cioe' la Independent Resources, proprietaria della ditta che vuole eseguirre il sito di stoccaggio Rivara, gia' nel 2006 annunciava che stava per eseguire il primo progetto di estrazione di metano da uno strato di carbone in Italia, tecnica che si fa usando il fracking. Nel sito di cui sopra dicono che invece il fracking e' stato fatto nel 2009. Non so se siano due fraccaggi diversi, ad ogni modo 2006 o 2009 che sia, sono loro stessi che parlano di fracking. Notare le parole CBM - Coal Bed Methane, uncoventional gas, mutlistage stimulation, shale gas. Tutte cose che significano fracking. Lo sanno a Grosseto? Tutto questo e' gravissimo.
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LO SCHEMA "ETRUSCAN MINES": QUELLE INQUIETANTI SIMILITUDINI


“La Etruscan Copper Mines, società inglese costituitasi a Londra nel 1900 con un capitale di 575.000 sterline, cominciò ad operare a Campiglia nel 1901 (…) Il progetto era molto ambizioso, nonostante l'assenza di segnali incoraggianti riguardo alla ricchezza potenziale del giacimento (…) Anche alcuni geologi italiani manifestarono fin dall'inizio pareri fortemente divergenti dalle ottimistiche previsioni dell'impresa inglese che (…) aveva acquistato i più sofisticati macchinari dell'epoca per l'estrazione e il trattamento dei minerali, contando di lavorare fino a 300 tonnellate di minerale al giorno (…) Il periodo di attività si limitò tuttavia ad un brevissimo arco di tempo in quanto già nel 1908 le attività minerarie furono definitivamente sospese (…) Nel 1907 la società Etruscan Copper Mines Ltd. uscì di scena. Con un comunicato ufficiale datato 15 ottobre l'impresa comunicò la cessazione dei lavori facendo crollare il valore delle azioni quotate in Borsa (…) Altre società erano state costituite con l'incarico di liquidare l' impresa mineraria in fallimento: la Etruscan Copper Estate Ltd, Campiglia Estate Ltd, Società Anonima Miniere Campiglia (…) L'intervento nel suo insieme fu un totale fallimento, tanto che da subito alcuni pensarono che l'esperienza della Etruscan Mines fosse stata una vera e propria copertura di interessi speculativi effettuati nella City londinese”.
Da: La Etruscan Mines. Autore: Alessandra Casini
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QUANDO USALLA FACEVA LE PULCI ALLA CASINI...

Roma, 20 giugno. Alla cerimonia di premiazione delle Destinazioni Turistiche d'Eccellenza, così il direttore del Geoparco della Sardegna, Francesco Usalla, commentava con heartonearth: “Io non capisco perchè l'Unesco ci abbia ammonito. Altri parchi hanno gli stessi problemi, prenda ad esempio le Colline Metallifere: da un punto di vista formale stanno peggio di noi. Non hanno lo Statuto, non hanno un dipendente (se lo sentisse Alessandra Casini, a pochi metri di distanza... ndr) eppure fanno le pulci a noi...”. Solo un mese dopo, 19 luglio, eccolo omaggiare la Zarina e il 12 agosto firmare l'intesa. Cosa gli avrà fatto cambiare idea? Mah...
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ESCLUSIVO / FRACKING: IL PATTO SEGRETO (2° Puntata)


di Filippo Forte e Sacha Paganini
Il “Patto” è talmente segreto che non l'hanno rivelato nemmeno al Coordination Committee della Rete europea dei Geoparchi Unesco. Infatti, il Parco nazionale Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere (pomposamente denominato – ma Dio ce ne scampi, essendo stata allora un'idea del nostro Direttore Alessandro Baldasserini, all'epoca responsabile della comunicazione del Parco – the Tuscan Mining Geopark) e il Parco geominerario storico-ambientale della Sardegna sono stati gli unici geoparchi a non presentare alla Commissione, lo scorso settembre, il rapporto semestrale inerente l'attività svolta. Malgrado che il “Protocollo d'intesa” (e relativa, e “misteriosa”, Convenzione triennale) sulle bonifiche minerarie fosse stato firmato ai primi d'agosto. Eppure l'Unesco incoraggia ed incentiva i rapporti di collaborazione e partnership tra i vari geoparchi, anzi lo valuta come un fattore estremamente positivo. E allora? Questa concomitante “dimenticanza” non sarà stata per caso voluta, proprio per non dover presentare ai responsabili dell'organismo europeo il testo di questa convenzione, che resta più misteriosa della formula della Coca Cola? Domanda più che legittima, a cui cercheremo di dare una risposta più avanti, e che implica altre connessioni anche all'interno degli equilibri futuri in seno agli organismi dei geoparchi, in particolar modo il Forum Nazionale. Nel frattempo, riprendiamo da dove ci eravamo lasciati al termine della prima puntata.
LA LOTTA INTESTINA
NEL PD MAREMMANO
Dunque: alla fine di ottobre scorso, il deputato PD Luca Sani (di Massa Marittima. Nota: il sindaco Lidia Bai è Vicepresidente del Parco Colline Metallifere) presenta un'interrogazione parlamentare “urgente” sui “rischi da fracking” sul territorio. Nel testo non vengono mai citate le Colline Metallifere, né si tirano in ballo Regione, Provincia e Comuni. Ora si dà il caso che l'attività di fracking (prima negata e poi, a denti stretti, ammessa) portata avanti dalla Independent Energy Solutions – questa sì citata – sia stata effettuata proprio nelle Colline Metallifere, e che l'OK provenisse dall'assessore regionale all'Ambiente ed Energia Annarita Bramerini e dall'allora sindaco di Roccastrada, poi divenuto Presidente della Provincia di Grosseto, Leonardo Marras, entrambi membri del Comitato di Gestione del Geoparco. Sani- Bramerini-Marras: una “triade” che sembrava omogenea, legata alla corrente “bersaniana” e anche – o forse soprattutto – dallo stretto rapporto con Federico Vecchioni (ex presidente Camera di Commercio, ex presidente nazionale di Confagricoltura, responsabile di “Italia
Futura” in Toscana) e attuale presidente di Agriventure del gruppo S. Paolo-Intesa. Vecchioni, interessi economici a Massa Marittima, ha il “pallino” delle energie rinnovabili, che sovvenziona e promuove anche con il gruppo “Terrae”, ed è stato il mentore di Grayson Nash, patron della già citata società americana, introducendolo in Regione e in provincia di Grosseto. Attività benemerita, ma questo “pallino”, in verità, gli sta creando anche qualche grattacapo, essendo stato rinviato a giudizio (il processo inizierà a gennaio) per un impianto fotovoltaico installato nel comune di Roccastrada al tempo di Marras sindaco, che avrebbe abusivamente attinto a contributi regionali. Ma queste sono banali coincidenze. Il fatto è che, come ha riportato “Il Tirreno” Sani sarebbe entrato in conflitto con la coppia Bramerini-Marras, che ha costituito una “sotto-corrente” nel gruppo di Bersani. Al deputato uscente e in cerca di riconferma non sarebbe peraltro sfuggito il fatto che, in sede di Primarie, due “fedelissimi” di Marras (Giampiero Sammuri, Presidente nazionale Federparchi, e Gabriele Baldanzi, responsabile comunicazione del Geoparco Colline Metallifere al posto, ebbene sì, del nostro direttore, ed entrambi guarda caso di Roccastrada) avessero sostenuto Renzi. E ora, per le primarie per le candidature in Parlamento, chi sfiderà Sani? Un altro “fraterno” (ipse dixit) amico di Marras, Marco Simiani, sempre in “quota-Renzi”, che in Maremma, en passant, ha vinto. Non è quindi passata inosservata “l'offensiva parlamentare” di Sani e soprattutto verso chi fosse diretta... Anche perchè l'interrogazione a chi è stata rivolta? Non al ministro dell'Ambiente, bensì a quello dello Sviluppo economico, e cioè Corrado Passera: e cioè, l'ex amministratore delegato di S. Paolo-Intesa, a cui fa capo il gruppo d'investimento diretto da Vecchioni. Insomma: cominciano a volare gli stracci in casa PD? Last but not least (direbbero gli inglesi: la Independent Energy Solutions è al 100% di proprietà della britannica Independent Energy Resources, presidente sempre Grayson Nash), nel sotto-titolo inerente la notizia dell'iniziativa parlamentare sempre “Il Tirreno” scriveva: “Preoccupazioni per le possibili connessioni con l'aumento della sismicità”: ciò con riferimento al fatto che, da un paio di anni, si sono registrati (ben tre in questo mese di dicembre) dei micro-terremoti – di bassa intensità ma localmente circostanziati – nel comune di Montieri, altro territorio limitrofo a quello di Roccastrada interessato dalle ricerche della società americana che vorrebbe stoccare l'anidride carbonica per estrarre metano dalle ex miniere di carbone. Per la cronaca, il sindaco è Marcello Giuntini, anch'esso componente del Comitato di Gestione del Geoparco delle Colline Metallifere. Fine delle coincidenze? Certo che no...
“FRACKING OR NOT FRACKING
THIS IS THE QUESTION”
Come detto, ad essere tirata in ballo è la Independent Energy Solutions di Grayson Nash (amico di Vecchioni), che ha ottenuto il nulla-osta dalla Regione Toscana (assessore Bramerini) e le autorizzazioni per le attività di ricerca dal Comune di Roccastrada (sindaco Marras). La I.E.S. è una società americana, controllata da una società inglese quotata in Borsa, la Independent Energy Resources, proprietaria anche della Independent Gas Management che sta portando avanti (tra mille polemiche) un progetto analogo a Rivara, in Emilia. La I.E.S. - capitale sociale, all'epoca della richiesta, 15.000 euro – presenta la domanda di concessione; la I.G.M. fa da garante per le necessarie fidejussioni; infine, la I.E.R. (non perdetevi tra le sigle: si tratta sempre di Nash e del suo “braccio destro” Roberto Bencini.), una volta ottenuto il “via libera”, rastrella in Borsa i “capitali di rischio” che servono a sovvenzionare l'impresa. Il costo globale è di 50 milioni di euro, di cui 6 per la “fase esplorativa”. L'obiettivo è di estrarre dalle miniere dismesse 3,6 miliardi di metri cubi di gas metano, con lo stoccaggio di 14 milioni di tonnellate di Co2. Problema: utilizzando la tecnica del “fracking”? I manager della multinazionale hanno prima negato, poi – incalzati dall'evidenza – hanno fatto una mezza ammissione: “Abbiamo fatto una stimolazione, una piccola prova, che peraltro non ha funzionato. Non si può parlare di vero e proprio fracking: non si può paragonare un gattino ad una tigre”. Insomma, sì o no? “Un pochettino...”. A Napoli avrebbero detto: la ragazza è incinta, ma poco poco... E a chi faceva notare che nel sito della Casa Madre londinese si parla chiaramente di “fracking” (in una scheda sulle Colline
Metallifere, notate bene: in inglese), vantando l'esperienza in questa “innovativa tecnica”, la sconcertante risposta è stata: “E' sbagliata, c'è stato un errore di traduzione”... Come potrete leggere nel commento di Maria Rita d'Orsogna nelle pagine seguenti, quella utilizzata dalla società è puro “fracking”, tecnica peraltro da vietare in un geoparco Unesco. Ma a ben guardare, la questione vera è un'altra: dopo due anni di prove, il progetto langue. La società parla di “almeno altri due anni” di esplorazioni, vi sono “grandi potenzialità” ma “dobbiamo proseguire nelle ricerche”. Insomma, di estrazione e di stoccaggio dell'anidride carbonica non se ne parla e si continua a prendere tempo. Nel frattempo, però, la Independent Energy Solutions ha fatto un aumento del capitale sociale dell'800% (pari a 120.000 euro) e in Borsa la Energy Resources ha visto aumentare le quotazioni delle sue azioni in un anno dell'1,8%, traendone un'importante plusvalenza grazie al rastrellamento sul mercato dei “capitali di rischio” ottenuti in virtù delle future concessioni di sfruttamento dei giacimenti. In pratica, sono già abbondantemente rientrati delle spese previste dal progetto ben prima di realizzarlo. La qual cosa ha fatto richiamare alla mente di qualcuno la storia della Etruscan Copper Mines (vedi servizio alle pagine successive).
“LE LIASONS DANGEREUSES”
IL FRACKING SBARCA IN SARDEGNA?
Ecco che, a questo punto, entra in ballo la Sardegna. Il grande bacino minerario del Sulcis-Iglesiente, sede del Parco geominerario. Già nel 2007, CarboSulcis aveva ipotizzato un progetto di estrazione del metano attraverso lo stoccaggio della Co2. Ma poi tutto si era arenato, sembra anche per via della netta contrarietà opposta dall'allora Governatore Renato Soru. Partendo dall'assunto che, se le Colline Metallifere hanno valore 100, l'isola vale almeno 1.000, veniva naturale chiedersi se alla Energy Resources si meditasse uno sbarco nell'isola. Soprattutto ora che la Regione vorrebbe rilanciare il progetto per riconvertire il bacino minerario e salvaguardare così i residui posti di lavoro dei minatori, concordando con il Governo un piano da 500 milioni di euro. A precisa domanda, Roberto Bencini ha prima glissato - “La Sardegna sud-occidentale è una zona interessante” - poi ha minimizzato i rapporti intercorsi con CarboSulcis: “Ci sono stati contatti informali in passato, a livello di pour-parler ma nulla più”. Eppure si tratta dello stesso Bencini che ha firmato, su una autorevole rivista scientifica americana (Environmental Progress, American Institute of Chemical Engineers) un saggio proprio su questo progetto, dal titolo “Adsorption of pure carbon dioxide and methane on dry coal from the Sulcis coal province”, dove si parla espressamente di CBM (Coal Bed Methane) ovvero “fracking”, scritto insieme a Giorgio Sardu e Giuseppe Deriu della CarboSulcis, nonché consulenti della ForGea International. Insomma, qualcosa di più impegnativo di un semplice pour-parler. E se i rapporti sono “informali”, perchè in un documento ufficiale della CarboSulcis inoltrato al Ministero dello Sviluppo Economico, dove viene citato il CBM come “compatibility”, la Independent Energy Solutions viene indicata come “italian partner which support us”? E poi, un momento: ForGea, ma dove abbiamo già sentito questo nome? Ma certo: nella “segreta” convenzione stipulata tra i geoparchi della Sardegna e Colline Metallifere!
LA “SANTA ALLEANZA”
CON LA ZARINA
E così, eccoci tornati al punto di partenza. Cosa prevede questa Convenzione triennale (rinnovabile per altri 3 annni) sotto la supervisione della ForGea International? Non è che, sotto le mentite spoglie della “ricerca tecnologica” e delle bonifiche minerarie, si cerchi di celare e giustificare l'attività di “fracking” nei rispettivi territori, che dovrebbe essere severamente proibita trattandosi di due Geoparchi Unesco? Perchè l'accordo siglato non è stato reso pubblico e si è omesso di notificarlo al comitato dell'European Geoparks Network? In cosa consiste il “Patto”? La “Santa Alleanza” nasce il 19 luglio quando, al convegno sulle bonifiche minerarie organizzato dal Parco geominerario della Sardegna e da ForGea, il direttore Usalla invita in qualità di “esperta” Alessandra Casini. E' qui che scatta l'intesa tra i due. Usalla ha bisogno dell'influenza che la Zarina ha nel board dell'EGN per evitare il
“cartellino rosso” dall'Unesco. Lei allarga i confini del suo Impero e si assicura un fedele alleato (o suddito?) in vista del rinnovo della carica di coordinatore nazionale del Forum dei geoparchi, a cui – stando ai “bene informati” - aspira. Con Sardegna e Apuane (altro suo “protettorato”) sale a quota tre voti, abbastanza per convincere gli “incerti” a spostare l'ago della bilancia a suo favore, dato che Burlando – oltre al suo – al momento può contare solo su quello del Parco del Cilento. E così, sbarca in Sardegna portandosi dietro al convegno il “suo” professore (Massimo Preite) e ad agosto, a FestAmbiente, allo stand del Tuscan Mining Geopark, mostra le “sue” conquiste ospitando i due geoparchi satelliti (e dove nomina “editore” un tipografo che, stando ai “si dice”, pubblicherà i documenti prodotti dal Protocollo d'intesa che viene firmato proprio in quei giorni). Un accordo sulle “bonifiche” che ha la benedizione della Bramerini e Marras da una parte e Granara (per conto di Cappellacci) dall'altra. Fantasie? Chissà. Ma fra le varie “coincidenze” in cui siamo imbattuti in questa vicenda, ce ne sono due alquanto singolari. La prima: nel Protocollo d'Intesa firmato dai due parchi si legge: “Il Parco delle Colline Metallifere, d’altra parte, intrattiene un rapporto di costante collaborazione con gli enti di ricerca pubblici e privati”, mentre sul suo sito la I.E.S. si vanta di “collaborare con i migliori Istituti di Ricerca pubblici e privati”. Non sembra un copia e incolla? La seconda: sempre nel Protocollo, si parla di “organizzazione di un data-base basato su Gis”. Ebbene, facendo ricerche su internet, ci siamo imbattuti in Corrado Cacciarru. Il quale collabora con CarboSulcis e ForGea. E cosa fa nella vita? Il GIS and Systems manager. Ma, soprattutto, risiede a... Londra, dove ha sede la Independent Energy Resources: quando si dice che combinazione! Solo supposizioni? Forse. Ma tutto questo, al Coordination Committee dei Geoparchi Unesco non gliel'ha detto ancora nessuno... (2 - Continua)
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GEOPARCO SARDEGNA / MANCANO SOLO 9 MESI

di Riccardo di Robilant
Settembre 2013: in quei giorni, si deciderà il destino del Parco Geominerario della Sardegna. Il Coordination Committee dell'European Geoparks Network sarà infatti chiamato a decidere, definitivamente, se mantenere o meno il parco sardo nella Rete dei Geoparchi Unesco. In prima istanza, settembre 2011, la Commissione – nel comminare il “cartellino giallo”, anticamera dell'esclusione – aveva concesso due anni al geoparco dell'isola per mettersi in regola con i parametri dell'organismo internazionale. Ma il tempo è passato inesorabilmente, ed inutilmente, invano: e la cambiale sta per essere messa all'incasso, stavolta senza sconti di sorta. In questi 15 mesi abbiamo assistito ad un desolante “gioco delle parti” tra Regione e Ministero dell'Ambiente, impegnati unicamente a rimpallarsi le responsabilità circa la mancata riforma dell'ente anziché trovare un punto d'incontro per mettere fine alla sciatta ed inconcludente gestione commissariale. Suona ora beffarda l'enfasi con cui, lo scorso luglio, si inneggiava all'unità d'intenti siglata tra Cappellacci e Clini per il “rilancio del Parco quale realtà internazionale da valorizzare”. Quella che definimmo allora una “fumata grigia”, dopo l'incontro tra i due massimi responsabili del disastro annunciato (senza, per carità, dimenticare la Prestigiacomo: a ciascuno il suo...), si è tramutata in una cappa plumbea che rischia di soffocare le residue speranze di un lieto fine. A nulla sono valsi le mobilitazioni delle Associazioni della Consulta del Parco, gli scioperi della fame, le manifestazioni a sostegno del Presidio di Villa Devoto, gli appelli di amministratori e cittadini a Napolitano e al Governo, gli articoli che HeartonEarth Report (presenza rara, se non unica, nel panorama della stampa nazionale) ha scritto per richiamare chi di dovere alle proprie responsabilità. E nulla, nel frattempo, hanno fatto i vertici del Parco per invertire la rotta ed evitare così lo schianto, dando almeno un senso alla loro eterea ed impalpabile presenza. Il tanto declamato accordo sulla pianta organica è rimasto a livello di dichiarazione d'intenti, salvo un bando per la ricerca di un “antropologo” (?). E per rilanciare il Parco ci si era affidati a una mostra su Salgari... A questo punto, mancano solo il domatore di tigri e un dietologo che giri per le varie sagre finanziate dal Parco... Ora, Granara e il direttore Usalla hanno pensato bene di allearsi, consegnandosi mani e piedi legati, alla Zarina di tutte le Rocce, confidando di trovare riparo sotto il suo ombrello protettivo (leggere l'inchiesta seguente). Può darsi che il piano riesca: ma tutto, è bene ricordarlo, ha un prezzo... Fossimo in loro, non coltiveremmo troppe illusioni, ma ben venga qualsivoglia tentativo di salvataggio in extremis, perchè il tempo stringe. Da parte nostra, lanceremo dal prossimo numero una petizione: da sottoporre al Presidente Napolitano, al ministro Clini, a Cappellacci e al coordinatore nazionale dei geoparchi. Anche lui faccia finalmente sentire la sua voce! Mancano solo 9 mesi...
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EDITORIALE / L'ANNO CHE VERRA'


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Riemergiamo, a distanza di poco più di un mese, dal fango che – sommergendo Albinia – ha inghiottito anche la nostra redazione: computers, stampanti, scrivanie, librerie, non ci sono più. Riprendiamo, non senza difficoltà, con rinnovato impegno ed entusiasmo, grati a tutti coloro che non hanno fatto mancare il loro sostegno. Dove eravamo rimasti? Cosa è accaduto in questi 30 e passa giorni? A ben vedere, sembrerebbe che il tempo si sia fermato: la questione del Parco Geominerario della Sardegna non segnala passi in avanti, anzi sembra ingarbugliarsi sempre più con il continuo scarica-barile tra Cappellacci e il ministro Clini. Nel frattempo, noi ripartiamo dalla seconda puntata dell'inchiesta sul “Patto segreto” siglato tra lo stesso Parco sardo e il Geoparco delle Colline Metallifere che sembrerebbe celare e “giustificare” agli occhi dell'Unesco un accordo per importare nell'isola la tecnica del “fracking” spacciandola per “ricerca tecnologica”. In questo secondo capitolo dell'inquietante e misteriosa vicenda, troverete notizie “molto interessanti” circa i rapporti intercorsi tra CarboSulcis e Independent Energy Solutions, in un intreccio che coinvolge i vertici dei due parchi e che potrebbe condizionare anche i futuri assetti all'interno del
Forum nazionale dei Geoparchi. A scanso di equivoci, sarà bene ribadire che questa è solo ed esclusivamente un'inchiesta giornalistica: noi riportiamo notizie documentate e mettiamo insieme i fatti. Trarre delle conclusioni spetta soltanto ai lettori. C'è chi ci accuserà di scambiare lucciole per lanterne; può darsi: personalmente, mi limito a sottolineare le molteplici “coincidenze”, circostanziate e concordanti, riscontrate in questa storia, che non si possono non definire quantomeno “indizi”. Qui, tanto per esser chiari, non si tratta di mettere in discussione la buona fede di chicchessia: si tratta di capire quale ruolo intendono svolgere in futuro i due geoparchi, che hanno legato a doppio e reciproco filo (comprese anche personali ambizioni e carriere) i rispettivi destini, per lo sviluppo del loro territorio. Abbiamo detto all'inizio che ripartiamo con rinnovato impegno, e l'anno che verrà sarà foriero di interessanti novità, a partire dal restyling e potenziamento del sito www.italiangeoparksproject.it, e dalla messa in cantiere di alcune iniziative. Tutto ciò comporterà un notevole sforzo finanziario: al momento non chiediamo aiuto a nessuno, ma in futuro vorremmo coinvolgervi a sostegno di un paio di progetti, a cominciare dal Premio letterario “CuorediTerra”, che nel 2013 vedrà finalmente la luce. Nel frattempo, a tutti voi giungano i più cordiali auguri di Buone Feste e sereno Anno nuovo.
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martedì 6 novembre 2012

GEOPARCHI / FRACKING: IL PATTO SEGRETO SARDEGNA-COLLINE METALLIFERE


di Filippo Forte e Sacha Paganini
Il “Patto” è talmente segreto che non si sa se sia stato ancora sottoscritto. O, per essere più precisi, se sia stata già firmata l'annunciata Convenzione (di durata triennale, rinnovabile per altri tre) da noi anticipata – vedi HeartonEarth Report n° 11 – dopo la stesura del Protocollo d'Intesa tra il Geoparco delle Colline Metallifere e il Parco Geominerario della Sardegna inerente le bonifiche minerarie e non meglio precisate “attività di ricerca scientifica”. Di certo è che il “Patto” è stato siglato l'estate appena trascorsa ed è talmente “inconfessabile” da tenerne nascosti i contenuti, come e più degli ingredienti della formula della Coca Cola. Tanto da non recarne traccia (vedi alla voce: “trasparenza”...) nei rispettivi siti internet, e dopo che un comunicato emesso dall'ufficio stampa del Tuscan Mining Geopark – guidato da Gabriele Baldanzi; ricordatevi di questo nome, lo ritroverete più avanti – risultasse poi “misteriosamente” rimosso e scomparso. Un “Patto” dove si intrecciano e convergono svariati interessi, che si dipana dai dolci declivi delle Colline Metallifere alle aspre lande del Sulcis-Iglesiente, che vede coinvolti due geoparchi Unesco, personaggi in carriera e, a fare da “filo rosso”, una curiosa società americana che (con “soli” 15.000 euro di capitale sociale) sta rastrellando finanziamenti a destra e a manca. Come in tutte le “spy stories” che si rispettano, non mancano gli intrecci e le deep throat, le “gole profonde che – in cambio del più rigoroso anonimato – indicano la via da seguire: e stavolta la “parolina magica” non è (non solo) “follow the money”, bensì “follow the fracking”. Fracking: l'innovativa, e per molti pericolosa, tecnica di ricerca nel sottosuolo per imprigionare anidride carbonica ed estrarre gas metano. Un'operazione, restando solo alle ex miniere delle Colline Metallifere maremmane, valutata intorno ai 2 miliardi e mezzo di euro. “Ma – sostiene l'esperta Annarita d'Orsogna (vedi articolo sotto) – dato valore 100 alle Colline Metallifere, la Sardegna vale almeno 1.000”. E allora, fate un po' voi i conti... In questa vicenda, peraltro, non manca il riferimento storico: e la mente non può non riandare all'epopea della Etruscan Copper Mines Ltd., quando – siamo nei primi anni del '900 – le miniere di Campiglia (dove sorge ora l'area di S. Silvestro della Parchi Val di Cornia) furono oggetto di una speculazione finanziaria che all'epoca destò grande scandalo. E inquietanti sono le similitudini che si stagliano all'orizzonte: come se “qualcuno” avesse voluto riadattare quello schema ai giorni nostri... Non solo: fra i vari intrecci, vi sono anche lotte intestine di partito e ambizioni personali, tanto da lambire (e possibilmente influenzare) anche i futuri equilibri della Rete dei Geoparhi Unesco in generale e il Forum nazionale in particolare.
LA STORIA: Ma andiamo per ordine, e ripercorriamo la vicenda dai suoi esordi. Siamo nel 2008, e in Toscana (dove è appena stato siglata un'intesa da 150 milioni di euro tra Regione e Sindyal per le bonifiche dell'area mineraria delle Colline Metallifere) sbarca una società americana, la Independent Energy Solutions, capitale sociale poco più di 20.000 dollari, posseduta al 100% da un'altra società – questa volta inglese, la Independent Resources – quotata in Borsa nella City. Essa chiede, ed ottiene, dall'Assessorato all'Ambiente ed Energia,
le concessioni per effettuare ricerche (e relativi futuri diritti di sfruttamento) nelle Colline Metallifere utilizzando l'innovativa tecnica del “fracking”, di cui vantano esperienza e tecnologia avanzata nel settore. Non solo: in virtù delle concessioni ottenute, cominciano a rastrellare finanziamenti sul mercato borsistico e non solo, ottenendo peraltro contributi dalla stessa Regione Toscana (si parla di circa 50 milioni di euro, ma la cifra non è certa) e da un istituto finanziario che fa capo alla banca Intesa-S. Paolo, presieduto da Federico Vecchioni. Proprio colui che, all'epoca presidente nazionale di Confagricoltura e della Camera di Commercio di Grosseto, fa da “mentore” ed introduce la società presso i referenti politici, l'Assessore regionale competente Annarita Bramerini (anch'essa maremmana) e il sindaco di Roccastrada – poi nel breve volgere di tempo Presidente della Provincia di Grosseto – Leonardo Marras, primo comune a rilasciare le autorizzazioni per le operazioni di “fracking” nel territorio. Parleremo nella prossima puntata dei rapporti che intercorrono tra costoro; qui ci limitiamo a descrivere le scenario di partenza. Da tener presente che, all'epoca, il Parco Tecnologico delle Colline Metallifere (in cui ricade anche Roccastrada) non faceva ancora parte della Rete dei Geoparchi Unesco ma proprio allora stava cominciando l'iter della candidatura sotto l'impulso del presidente Hubert Corsi. In questi anni, fra numerose polemiche, le ricerche attraverso il “fracking”, che nel frattempo si erano allargate al limitrofo comune di Montieri e (almeno nelle intenzioni) a quello di Massa Marittima, hanno portato a poco per non dire nulla, malgrado il più diffuso – ed influente – quotidiano locale (leggi: Il Tirreno) avesse decantato le magnifiche e progressive sorti di questa operazione con numerosi articoli a firma Gabriele Baldanzi (toh, proprio lui...). Nel frattempo, però, era avvenuto qualcos'altro: le Colline Metallifere, nel 2010, diventano Geoparco Unesco, e tale riconoscimento mal si concilia (anzi, proprio per niente) con la tecnica del “fracking”, che per inciso è stata messa al bando in diversi Paesi europei tra cui la Francia. E allora, cosa accade? Con un colpo di scena, Hubert Corsi – proprio alla vigilia dell'investitura Unesco – viene estromesso dal Parco, e con lui tutto il suo staff, e nel Comitato di Gestione, dopo varie peripezie, si insediano nell'ordine: Annarita Bramerini, Leonardo Marras (già li abbiamo conosciuti), Lidia Bai sindaco di Massa Marittima come vicepresidente e Marcello Giuntini sindaco di Montieri. Quando si dicono le coincidenze... Tutti, particolare da rammentare, del PD e “bersaniani” di ferro. Presidente viene invece nominato, ciliegina bipartisan sulla torta, Luca Agresti, coordinatore provinciale del PDL e figlio di un influente consigliere regionale d'opposizione. Ruolo, peraltro, “decorativo”, visto e considerato che le leve del Parco le manovra il Direttorissimo, al secolo Alessandra Casini meglio nota come la Zarina di tutte le Rocce (dal Parco e dal Teatro delle Rocce dove ha fondato il suo personale Impero, che si è poi via via esteso al “protettorato” del Parco delle Apuane e ai “possedimenti d'Oltremare” della Sardegna). Già, la Sardegna. E' proprio qui, infatti, che si dipana la storia. Quel Parco Geominerario primo al mondo ad essere riconosciuto dall'Unesco, prima ancora che venisse realizzato il Global Geoparks Network, ed ora a serio rischio di espulsione – dopo il “cartellino giallo” del settembre 2011 – dalla Rete europea. Dove per oltre un anno le associazioni della Consulta hanno tenuto sotto assedio l'ufficio del Governatore Cappellacci (a cui hanno posto fine il 2 novembre, vedi articolo successivo) invocandone la firma sotto il decreto di riforma per mettere fine ad una estenuante e inconcludente gestione commissariale. E dove i problemi si sono vieppiù aggravati con la crisi di CarboSulcis. Non si sa da chi sia partita l'idea, fatto sta che la Casini e il direttore del parco sardo, Usalla, hanno cominciato ad “annusarsi” e a piacersi. Sarà che la Zarina siede nel Board dell'European Geoparks Network (che il prossimo settembre dovrà decidere l'espulsione o meno dei sardi) ed influente consigliori del coordinatore nazionale Burlando? Chissà... Comunque, Usalla la invita ripetutamente a Iglesias e la presenta ai convegni come “esperta” di bonifiche e gestione manageriale (solo la seconda parte corrisponde effettivamente al vero). Da tener conto, en passant, che il Geoparco delle Colline Metallifere è escluso – da decreto ministeriale – dalla gestione delle bonifiche minerarie, mentre la Regione Sardegna ha, nel corso di questi anni, sviluppato corposi dossier in materia. Ed ecco che, lo scorso agosto, la notizia (come noi ve l'abbiamo riportata nel n° 11
di settembre) della firma di un non meglio precisato Protocollo d'Intesa tra i due Geoparchi, cui avrebbe fatto seguito una “convenzione” di 3 anni (rinnovabile per altri 3) proprio in materia di bonifiche. La cosa è apparsa strana ai più per diversi motivi, giacchè come detto su tale materia la Regione Sardegna ha prodotto numerosi studi, mentre il Parco delle Colline Metallifere era stato escluso dall'accordo intercorso con Sindyal. Ancor più curioso il riferimento a generici “rapporti di costante collaborazione con gli enti di ricerca, regolato da apposite convenzioni”, intrattenuti dal Geoparco toscano. Un accordo in cui si parla di “ bonifiche minerarie e le problematiche legate al paesaggio minerario. In questa fase il Parco delle Colline Metallifere e il Parco Geominerario hanno ritenuto utile individuare un comune percorso di studio scambiandosi le reciproche conoscenze tecnico-scientifiche a partire dall’ambito delle bonifiche ambientali, mettendole poi a disposizione anche di altri soggetti pubblici e/o privati. Il ForGea International (un centro studi di Cagliari, ndr), con la sua ultra decennale esperienza, sarà il supervisore dell’operazione”. Non solo: “La collaborazione riguarderà il reperimento delle risorse finanziarie e l’organizzazione di corsi di formazione inerenti attività di bonifica e riqualificazione delle aree minerarie dismesse (...); attività di consulenza tecnico legale nella redazione di Piani di gestione bonifiche”. In poche parole: attività di salvaguardia ambientale e ricerca tecnologica. Opera meritoria, che rientra nella “mission” dei Geoparchi Unesco. Senonchè, tutto ciò – abbiamo già avuto modo di scriverlo – non si concilia affatto con la tecnica del “fracking” (fratturazione idraulica del sottosuolo), già in corso nelle Colline Metallifere e che, guarda caso, anche CarboSulcis vorrebbe adottare in Sardegna. Ma si dà il caso che CarboSulcis non abbia né l'esperienza né le tecnologie: proprio quello che, invece, vanta (o dice di vantare) Independent Energy Solutions, che già opera in quel lembo di Toscana. E allora: cosa c'è scritto realmente in quella Convenzione? A chi ci si riferisce quando si parla di rapporti con altri enti di ricerca e chi sarebbero questi altri soggetti privati? E da dove dovrebbero provenire i fondi per finanziare questa operazione? Il sospetto che questo accordo serva a dare una patina di “legittimità”, coprendola con il velo della ricerca scientifica e la salvaguardia dell'ambiente, ad operazioni di “fracking” severamente proibite in zone poste sotto la tutela dei Geoparchi Unesco è forte, molto forte, almeno finchè non sarà resa pubblica la Convenzione sottoscritta. E il dubbio che il Parco delle Colline Metallifere funga da “cavallo di Troia” - forte della vantata “esperienza” in materia di “conoscenze e collaborazioni” - per permettere lo sbarco della società americana in Sardegna per affiancare CarboSulcis, è altrettanto legittimo, considerando chi siede in quel Comitato di Gestione. Il gioco, in fondo, varrebbe la candela; basterebbe ricordarsi le parole della d'Orsogna: “Se le Colline Metallifere valgono 100, la Sardegna vale almeno 1.000”. Compartecipare a quelle concessioni vorrebbe dire rastrellare, in Borsa e tramite contributi pubblici e privati, fior di finanziamenti. E in cambio, direte voi? Beh, intanto il Parco Geominerario della Sardegna potrebbe contare sulla “benevolenza” e sull'influente sostegno della Casini in sede di Comitato decisionale dove si dovrà scrivere il suo destino “dentro o fuori” la Rete dei geoparchi Unesco. Dal canto suo, la Zarina – che stando ai rumors sempre più insistenti punta nel 2014 a succedere a Burlando alla guida dei Geoparchi italiani – si garantirebbe un fedele alleato e un voto in più in assemblea: con questo sarebbe già a quota 4, esattamente la metà. Sufficienti per convincere Burlando a lasciarle strada libera, o comunque a convincere qualcun altro (le Madonie?) a sposare la sua causa. Tutte le caselle, a questo punto, andrebbero al loro posto... Ma non è tutto così semplice: l'operazione è più complessa. Abbiamo parlato, ad esempio, della “Etruscan Mines”: riaffronteremo l'argomento nella prossima puntata. Nel frattempo, però, già qualcuno si sta mettendo di traverso: per esempio il deputato maremmano (di Massa Marittima) del PD, Luca Sani. Che deve aver sentito “puzza di bruciato” e temendo di essere accerchiato dalla “tenaglia” Bramerini-Marras è passato al contrattacco: guarda caso, con un'interrogazione parlamentare “urgente”, firmata da altri 30 deputati del suo partito, al Ministro delle attività produttive contro “i rischi derivati dal fracking nelle Colline Metallifere”. Solo una coincidenza? Beh, francamente cominciano ad essere un po' troppe... (FINE 1° PUNTATA)

GEOPARCO SARDEGNA/ UNA PROTESTA CIVILE


di Aldo Pusceddu
Alla fine, dopo oltre 13 mesi, ce ne siamo andati....in silenzio, in maniera garbata e civile, così come eravamo arrivati - davanti a quel cancello - all'alba del 27 settembre 2011. Sono serviti un ammonimento dell'UNESCO e ben 400 giorni del nostro tempo per fare in modo che la politica sarda rispolverasse il progetto di riforma del Parco Geominerario. C'è da chiedersi davvero - non per appropiar
ci di tutti i meriti - cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la protesta della Consulta. Personalmente però, nonostante i notevoli passi in avanti consuntivati dalla proposta di riforma del Consorzio Parco, ho tuttora qualche difficolta - forse per una mia innata prudenza - se considerare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Mezzo pieno se penso a come siamo partiti un anno fa in pieno cartellino giallo dell'Unesco, black list degli enti da sopprimere, etc; mezzo vuoto se penso - appunto dopo 13 mesi di lotta e sacrificio - alle recenti notizie arrivate da Roma, dove i Ministeri di competenza sembra vogliano comunque stravolgere la proposta sarda di limitare a 5 il numero dei componenti il consiglio direttivo del Parco, secondo i dettami del decreto Salva Italia del governo Monti. Si vuole andare quantomeno a 11 componenti, di cui ben 4 appannaggio dei Ministeri. Ma non fu proprio l'abnorme numero di componenti del consiglio, allora ben 17, una delle principali cause dell'inefficienza dell'Ente? Qui si vuole tornare a "su connottu", ma non è questo su connottu che ci serve e che auspichiamo. Il rischio è che ora la discussione si areni su questo problema facendo ancora perdere tempo prezioso. Posso solo sperare che la Regione Sarda riesca ad avere- nel proseguo della trattiva - un rigurgito di quella autonomia decisionale della quale spesso e volontariamente riusciamo a fare a meno. Altro spunto di riflessione - senza polemica alcuna - voglio aprirlo sul ruolo della Comunità del Parco, partendo dalle dichiarazioni fatte recentemente da alcuni amministratori del Nuorese a proposito del mancato Parco del Gennargentu. Ora, con l'imperversare della crisi, ci si accorge che probabilmente quell'idea di Parco è stata liquidata e sepolta troppo in fretta. E se ripenso che molti dei comuni del Parco Geominerario - fatte poche eccezioni - si sono spesso mostrati abbastanza tiepidi verso le finalità e la salvaguardia dell'Ente, personalmente non sono tranquillo sulla chiusura in tempo utile della vertenza. Voglio ricordare solo una cosa, e chiudo: ad agosto 2013 la Commissione Unesco sarà di nuovo in Sardegna per verificare - dopo il famoso cartellino giallo - come abbiamo utilizzato questi 2 anni. Non vorrei fosse proprio l'Unesco a togliere le castagne dal fuoco alla politica sarda.

EDITORIALE / DA NISCEMI A CAGLIARI


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Sono passati pochi giorni dalle elezioni regionali siciliane e ci si continua ad interrogare sul clamoroso successo della Lista Grillo. Ma, a ben vedere, degli osservatori attenti e non superficiali avrebbero ben potuto pronosticare la messe di voti piovuta sul candidato del Movimento 5 Stelle: sarebbe bastato, ad esempio, prendere in considerazione il fatto che Cancelleri (fino al giorno addietro le votazioni un giovane ed illustre Carneade) fosse di Caltanissetta. Embè? Si chiederà qualcuno... E qui, ai più affezionati dei nostri lettori, già si staranno drizzando le... antenne, e il nome di quella città comincerà ad evocargli qualcosa. Eh già: Caltanissetta, proprio dove – a pochi chilometri , in quel di Niscemi – la scorsa estate si era costituito il Comitato No-MUOS per contrastare l'installazione dell'ecomostro militare dell'Esercito degli Stati Uniti, in barba a tutte le direttive ambientali e sanitarie, come poi riscontrato dalla Procura che ai primi di ottobre ha sequestrato il cantiere. Solo Il Manifesto e, mi si consenta, EarthonEarth Report avevano scritto di questa vicenda. E solo i ragazzi del Movimento di Beppe Grillo avevano sostenuto la battaglia di questi novelli Don Chisciotte, abbandonati da tutte le altre forze politiche e dalla stampa. Di grazia, chi avrebbero poi dovuto votare? La storia di Niscemi è
esemplare di come la mobilitazione popolare sia alla fine più forte dell'arroganza del Potere. E il pensiero corre subito a Cagliari, dove prosegue la lotta degli amici della Consulta del Parco Geominerario. Dalla Sicilia alla Sardegna, un filo rosso le unisce: e come Niscemi insegna, anche a Cagliari l'insipienza di una classe politica ormai screditata dai fatti dovrà alzare bandiera bianca. Le similitudini sono molte: anche al presidio di Villa Devoto gli unici a farsi vedere erano i ragazzi del 5 Stelle. Gli altri (tranne qualche rara, e benemerita, eccezione, tra cui il Sindaco Zedda) hanno sempre voltato le spalle. Salvo, ora, affrettarsi a salire sul carro dell'imminente vincitore. C'è un piccolo retroscena, che non avrei mai voluto raccontare per pudore: nel giorno dell'anniversario del Presidio, il Governatore Cappellacci ebbe (incautamente) a dichiarare che la mancata firma del Protocollo d'Intesa con il il Ministro dell'Ambiente era da addebitare a Clini ed alle lungaggini burocratiche di quel dicastero. Subito dopo, lette tali stupefacenti dichiarazioni, abbiamotelefonato all'ufficio stampa del Ministro per chiedere conferma di ciò. Apriti cielo! Caso ha voluto che nello stesso frangente il segretario regionale dell'Italia dei Valori scrivesse al Ministro,così che la risposta ufficiale (leggi: secca smentita) fosse più diplomatica di quella riferitaci al telefono... Caro Palomba, meglio tardi che mai, comunque benvenuto a bordo.
P. S.: Mentre andiamo in stampa giunge la notizia che, dopo 400 giorni, la Consulta del Parco ha deciso di sospendere il Presidio a Villa Devoto ma prosegue lo stato di mobilitazione.

venerdì 28 settembre 2012

GEOPARCHI/ SARDEGNA E COLLINE METALLIFERE NON FANNO I COMPITI


(R.d.R.) - Allora, avete fatto i compiti a casa? Facciamo l'appello: Adamello-Brenta, presente; Apuane, sì ci sono; Beigua, figurarsi se manca... Cilento e Vallo di Diano, ah eccolo là; e i siciliani? Madonia e Rocca di Cerere, ok. Manca qualcuno? Eh sì: Sardegna e Colline Metallifere i compiti non li hanno fatti, e sono senza giustificazione. Perchè il Report semestrale circa l'attività svolta nel periodo che i Geoparchi Unesco devono presentare all'Assemblea Plenaria è obbligatorio. Quello della Sardegna è, peraltro, recidivo, avendo inviato in ritardo anche quello del primo semestre, a marzo. Ora, si può comprendere che Usalla, direttore del Geoparco della Sardegna, avesse difficoltà
a compilarlo, non sapendo cosa scriverci... Ma desta sorpresa la defaillance di Alessandra Casini, la Zarina del Tuscan Mining Geopark: una “macchia” nell'impeccabile curriculum. Anche perchè, non compilandolo, Usalla non ha potuto nemmeno copiare...
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GEOPARCO SARDEGNA / L'EDEN NON E' A GUSPINI

(s. m.) - Guspini ha ricevuto il Premio EDEN (Destinazione turistica europea d'eccellenza). Montevecchio è tra le miniere più interessanti d'Italia; terminati i lavori di estrazione di piombo e zinco nel 1991 e dopo numerosi interventi di recupero (costati tantissimi soldi pubblici), la gestione turistica è pessima. Due guide nei primi giorni di settembre sono state licenziate: la prima ha tentato, senza riuscirci, di darsi fuoco; la seconda, più sfortunata si è impiccata. Montevecchio fa parte del Parco Geominerario della Sardegna, gli unici a non rendersene conto sono i vertici del Parco. Montevecchio è il centro ex minerario più interessante d'Italia, in 15 anni sono stati investiti oltre 15 milioni di euro. Questi sono i risultati: Guspini non è l'Eden.
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GEOPARCO SARDEGNA / TRA DRAMMA E FARSA


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Come Gianni e Pinotto oppure Schettino e la Moldava: non c'è che l'imbarazzo della scelta per definire la nuova coppia dell'anno, premio Oscar alla Vergogna. Cappellacci e Clini: ben assortito duo (tragi)comico di questo 2012. Le loro gag, invero datate e stantie, farebbero comunque ridere, se dietro di esse non ci fossero rabbia e disperazione. Nel dramma della Sardegna (Alcoa, CarboSulcis) che affonda tra miseria quotidiana e nobiltà millenaria, c'è anche spazio per la “brillantissima farsa”, come usava nelle Riviste d'antan alla Macario. Solo che gli “attori” di oggi fanno semplicemente pena. Le loro battute hanno il sapore rancido di un Cannonau che sa di “tappo”. Le loro promesse sono cipria al vento: e gli impegni “solennemente presi” hanno lo stesso valore di un assegno post-datato firmato da Er Batman Fiorito... Infatti, settembre è ormai passato e il famoso “Grande Evento” per rilanciare a livello internazionale il Parco Geominerario della Sardegna è come lo stadio Is Arenas stracolmo di spettatori: hai voglia ad aspettare... Peccato che non ci sia un Giudice sportivo ad affibbiargli un bel 0-3 a tavolino! Abbiamo volutamente pubblicato, nell'editoriale precedente, il servizio dell'Ansa di un anno fa: potevamo tranquillamente datarlo oggi. Chi se ne sarebbe accorto, dato che siamo allo stesso punto? Nulla, in sostanza, si è mosso ed è cambiato. Ah, no: nel frattempo, a Guspini, una guida turistica si è suicidata, un'altra ha tentato di darsi fuoco e il prode Usalla è diventato il maggiordomo di Alessandra Casini (che ha così allargato i confini del suo Impero), in cambio di benevolenza in sede di Coordination Committee quando l'European Geoparks Network dovrà – il prossimo anno – decidere l'esclusione o meno del Geoparco sardo dalla Rete Unesco. Insomma, come si vede, nulla di nuovo sotto il sole della Sardegna: le solite storie di solitudine, depressione e “colonizzazione” dell'Isola...
No, non è così: c'è un popolo che lotta, che non si arrende, che sale sui torrioni, scende nelle gallerie e da un anno – trecentosessantacinque giorni, 48 settimane – presidia la sede di Cappellacci-Schettino. Che non vuol vedere spezzato il “sogno” di un Geoparco, primo in Europa e nel mondo, riconosciuto dall'Unesco, simbolo di un riscatto e di una intelligente operazione di riconversione culturale e turistica delle miniere dismesse per il rilancio economico di una delle aree più depresse d'Italia. Che lotta per il futuro dei propri figli e nipoti, per custodire una orgogliosa tradizione tramandata da generazioni. Che non può, anche volendo, arrendersi proprio ora: ora che i “Grandi Progetti” si arenano come le navi da crociera nella rada di Cagliari progettata da Granara, ora che le Grandi Promesse valgono quanto l'abbonamento in tribuna alle partite del Cagliari, ora che viene firmato il Grande Accordo sulle Bonifiche che altro non è che un atto di sottomissione alla Zarina di tutte le Rocce, che tutto puote e discerne, per pietirne la condiscendenza magari favorendone l'ascesa al trono a cui mira, quello di Supremo Coordinatore dei Geoparchi. Qualcuno dirà (e già lo dice...): beh, ben venga se serve a salvare il nostro Geoparco. Ma la Storia dovrebbe insegnare: attenti ai miraggi, come quello propinatovi da Silvio. Attenti ai “Salvatori” che vengono dal Continente. Sappiate che all'ultima Assemblea europea dei Geoparchi, in Portogallo, solo due non hanno inviato il loro (obbligatorio) Report circa l'attività semestrale: Sardegna e Colline Metallifere. Un'altra accoppiata, come quella Clini-Cappellacci...
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venerdì 14 settembre 2012

GEOPARCO COLLINE METALLIFERE / RISORGE LA MINIERA RAVI-MARCHI - Solidarietà ai minatori della CarboSulcis

NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE
  GAVORRANO - Nuova vita per le miniere di Ravi-Marchi. E non solo a parole. Uno dei simboli della Maremma mineraria adesso è museo a cielo aperto. Ieri, nella sala consiliare di Gavorrano, conferenza stampa di presentazione della giornata inaugurale, sabato 15 settembre. È stato allestito dal Comune un programma articolato, che prenderà avvio alle 17,30. «Per noi – ha detto il prosindaco di Gavorrano Elisabetta Iacomelli – è una grande soddisfazione raggiungere questo traguardo; per me in modo speciale, visto che ho trascorso l’adolescenza proprio a Ravi, che ho familiari-minatori e che dell’epopea mineraria ho avuto modo di conoscerne da vicino il patrimonio. E, a tal proposito, colgo l'occasione per far giungere ai minatori della CarboSulcis tutta la nostra solidarietà. Inoltre ci fa piacere aver scelto il teatro come strumento di valorizzazione del sito, grazie collaborazione con la compagnia Katzenmacher». Per Luca Agresti, presidente del geoparco delle Colline Metallifere, «questo è il recupero più importante del 2012 in provincia di Grosseto». Agresti ha dato atto del lavoro svolto dall’amministrazione comunale, dello sforzo progettuale ed economico messo in campo. «Adesso – ha concluso – bisogna usarlo questo patrimonio, perché Ravi-Marchi dà valore a tutte le attività del Parco e migliora l’offerta turistica del territorio». Per recuperare l’intera area che sorge alle porte di Ravi sono stati investiti negli anni 5 milioni di euro e gli ultimi interventi sono stati realizzati grazie ad un finanziamento di 400 mila euro da parte del Governo. Per l’inaugurazione invece il Geoparco ha messo a disposizione altri 50mila euro con i quali è stato completato il centro di accoglienza, sono stati istallati altri pannelli e compiute opere di manutenzione. Ravi Marchi resterà aperto tutti i pomeriggi della prossima settimana anche per favorire le visite delle famiglie adesso che le scuole sono aperte – ha spiegato la direttrice del Parco Alessandra Casini – e potrà essere visitato attraverso un percorso guidato. Dalla settimana successiva poi sarà aperto nei week-end». Il servizio di gestione delle visite è curato dalla cooperativa Nuova Maremma.  

venerdì 17 agosto 2012

GEOPARCO SARDEGNA / E LA CASINI SI ANNETTE IL GEOPARCO DELLA SARDEGNA


NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE
 Il geoparco delle Colline Metallifere e il Parco geominerario della Sardegna hanno stretto un  patto di collaborazione. Nei giorni scorsi un protocollo d’intesa è stato messo a punto sull’asse Iglesias-Gavorrano. Protagonisti dell’accordo Luca Agresti, Alessandra Casini, commissario Antonio Granara e il direttore sardo Francesco Usalla.
Cosa condivideranno il territorio delle Colline Metallifere e il comprensorio minerario della Sardegna? Presto detto. Entrambi i parchi partono dall’esigenza di conservare e valorizzare i siti dell’attività mineraria con rilevante valore storico, culturale ed ambientale, promuovendo, sostenendo e sviluppando attività di formazione e di ricerca nei settori storico, archeologico e scientifico. Un focus particolare sarà dedicato alle bonifiche minerarie e alle problematiche legate al paesaggio minerarioIn questa fase il Parco delle Colline Metallifere e il Parco Geominerario hanno ritenuto utile individuare un comune percorso di studio scambiandosi le reciproche conoscenze tecnico-scientifiche a partire dall’ambito delle bonifiche ambientali, mettendole poi a disposizione anche di altri soggetti pubblici e/o privati. Il Forgea International, con  la sua ultra decennale esperienza, sarà il supervisore dell’operazione.
Il Parco delle Colline Metallifere, d’altra parte, intrattiene un rapporto di costante  collaborazione con gli enti di ricerca, regolato da apposite convenzioni. Con questo accordo le attività di ricerca, di didattica e di valorizzazione potranno integrarsi e coordinarsi. La collaborazione riguarderà il reperimento delle risorse finanziarie e l’organizzazione di corsi di formazione inerenti attività di bonifica e riqualificazione  delle aree minerarie dismesse; studi sulle evidenze archeominerarie antiche e moderne, sui siti produttivi di archeologia industriale e sui geositi; l’organizzazione di un data-base basato su Gis relativo alle bonifiche minerarie; attività di consulenza tecnico legale nella redazione di Piani di gestione, bonifiche, valorizzazione dei patrimonio culturale e ambientale dei due geoparchi. La convenzione avrà una durata di 3 anni a decorrere dalla data di stipula e potrà essere rinnovata.
http://www.facebook.com/pages/ItalianGeoparksProject/158692554179756

lunedì 9 luglio 2012

GEOPARCO SARDEGNA / LA VISITA AL PRESIDIO DI VIA OSLAVIA








GEOPARCO SARDEGNA / E L'UNESCO SI IRRITA...


di Filippo Forte
A Digne les Bains, Alta Provenza, sede della segreteria generale dell'European Geoparks Network, ogni settimana sulla scrivania di Sylvie Giraud - “braccio operativo” del Coordination Committee – viene puntualmente recapitata la rassegna stampa continentale che riguarda tutti gli articoli dedicati ai Geoparchi della Rete Unesco, che Madame legge sempre con scrupolosa attenzione. Nella lista c'è anche, ovviamente, heartonearth Report, che stando ai “si dice” pare che venga passato al setaccio con la lente d'ingrandimento. Non poteva quindi certo passare inosservata l'intervista, pubblicata nel numero scorso, al Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, Francesco Usalla. Intervista che, stando ad indiscrezioni che abbiamo raccolto, in cambio del più rigoroso anonimato, da qualificate fonti, avrebbe suscitato perplessità per non dire una certa irritazione negli ambienti dell'EGN. Per essere più precisi, il termine utilizzato per illustrare lo stato d'animo di madame Giraud alla fine della lettura è stato “genée”, di difficile traduzione ma che in italiano si può sintetizzare con “infastidita” anche se non rende appieno l'idea. A turbare gli ovattati umori del Coordination Committee sarebbero state alcune frasi del Direttore riportate nell'articolo che mal si conciliano con lo stile low profile raccomandato dall'Unesco, ed in particolar modo quelle inerenti il “cartellino giallo” comminato al Parco lo scorso anno. Di “dubbio gusto”, sempre secondo le nostre fonti, sarebbero stati inoltre considerati i commenti rivolti alla situazione di altri Geoparchi. Insomma, non certo il modo migliore per rilanciare l'immagine del Parco geominerario della Sardegna e per preparare il terreno in vista dell'esame di “riparazione” del prossimo anno. Anche perchè, vien fatto notare, altri parchi sono “commissariati”: come ad esempio il Geoparco delle Madonie – il prossimo italiano ad esser posto “sotto osservazione” e ricevere l'ispezione di verifica della Commissione Unesco – ma che svolge un'intensa attività portata avanti dal Direttore Francesco Licata di Baucina e con l'infaticabile Salvatore Li Puma partecipa alle iniziative dell'EGN, come l'organizzazione della “Settimana dei Geoparchi europei” (vedi il Report n° 8) o la pubblicazione dell'elegante “Atlante dei Geositi”. Come a dire: c'è Commissario e Commissario. E Direttore e Direttore...

GEOPARCO SARDEGNA / LA FUMATA GRIGIA E LA "MANO DIVINA"


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Il “crampo alla mano” deve essere una malattia contagiosa. Affetto da questo morbo, il Governatore della Sardegna Ugo Cappellacci deve averlo trasmesso al Ministro dell'Ambiente Corrado Clini se, nel corso del tanto sospirato incontro a Roma, il Protocollo d'Intesa per porre fine alla quinquennale gestione commissariale del Parco geominerario della Sardegna non è stato firmato, come nelle legittime aspettative delle Associazioni della Consulta che la sollecitano da ormai più di nove mesi. Anzi, in questo atteso “faccia a faccia”, della fatidica questione non se ne è proprio parlato, sebbene fosse stato lo stesso Ministero a porla sul tavolo come premessa per il rilancio del Parco. Insomma, dal vertice si è usciti con una “fumata grigia” che lascia le cose come stanno. Unico “contentino”, una congiunta dichiarazione d'intenti per “promuovere il Parco a eccellenza europea”, con una non meglio specificata iniziativa di “largo respiro” per rilanciarne l'immagine e l'attività. Come suol dirsi, acqua fresca. Apprezziamo lo sforzo, per carità, ma ci vuol ben altro: perchè il tempo stringe e la situazione, come spieghiamo nei servizi seguenti, si sta deteriorando. Ora, possiamo capire la soddisfazione di Cappellacci, che continua a non pagare pegno; ma francamente non riusciamo a comprendere il Ministro Clini: se davvero crede nel Parco, deve accelerare i tempi. Serve subito una virata: o aspettiamo che la “mano divina” si posi, dopo quella di Schettino, sulla testa di Capppellacci?

martedì 3 luglio 2012

GEOPARCO SARDEGNA / ECCO I PERCHE' dell'AMMONIZIONE


LE MOTIVAZIONI DELL'UNESCO
di Filippo Forte
Il Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, Francesco Usalla, dice di non aver ancora capito perchè il Coordination Committee dell'European Geoparks Network abbia comminato il “cartellino giallo”, anticamera dell'esclusione dalla Rete Unesco, al suo Geoparco. Concedendo che, all'epoca dei fatti, Usalla non ricoprisse ancora tale incarico (e infatti ha preso il posto di Luciano Ottelli che rassegnò dignitose dimissioni, al posto di qualcun altro...), ci permettiamo di spiegarglielo noi. Prima, un breve ripasso: ogni 4 anni, i Geoparchi che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco ricevono un'ispezione di controllo: la Commissione, cioè, deve verificare se in questo lasso di tempo il parco messo “sotto osservazione” ha rispettato gli standard di qualità e i criteri programmatici sottoscritti al momento dell'ingresso nel Network. Com'è risaputo, il Comitato si esprime attraverso i “cartellini”: verde, tutto ok; giallo, ammonizione (in quel caso, si concede un lasso di tempo per mettersi in regola, rispettando le prescrizioni dell'Unesco); rosso, espulsione diretta (ma solo in casi di grave inadempienza). Avendo preso visione delle motivazioni, nel caso della Sardegna si dovrebbe parlare di “cartellino arancione”. I dirigenti del Geoparco sardo minimizzano sostenendo che l'ammonizione sarebbe dovuta al fatto che manca la pianta organica. Purtroppo non è così: come del resto ha dovuto ammettere lo stesso Usalla al nostro Direttore, altri parchi sono nella stessa situazione (Colline Metallifere) o sono commissariati (Madonie). Dunque? Vediamo intanto quali sono i principali parametri che devono essere rispettati: 1) management; 2) attività; 3) “unicità”; 4) partecipazione; 5) coinvolgimento. E allora? Management: il parco è commissariato da 5 anni, non ha pianta organica ma – soprattutto – non ha un management, dato che i tecnici (geologi, archeologi, esperti di marketing) non ci sono o sono stati mandati a casa da Granara quando ha smantellato la struttura creata da Pinna. Attività: Usalla sarà pure un “operativo” ma qual è l'attività del Parco? Praticamente, è dal 2009 che non si segnala un'iniziativa del Geoparco della Sardegna (a parte le sagre...). Unicità: un insieme di geositi non sono un Geoparco. Al momento è questo che manca: i vari siti museali e percorsi non sono collegati tra loro, manca una “rete” che li unisca, a cominciare dalla pannellistica carente. Partecipazione: il Geoparco della Sardegna da tempo latita nelle iniziative dell'European Network (per esempio: sono due anni che non organizza la Settimana europea dei Geoparchi). Coinvolgimento: basta vedere come sono considerate e trattate le Associazioni della Consulta... Caro Usalla, adesso ha capito?

lunedì 2 luglio 2012

GEOPARCO SARDEGNA / "SU MINADORE"


di Gavino Dettori
Un'isforradu niedhu a mesu costa, chi parede sa ucca de s'inferru:
minieras de carvon'e de ferru, chircadas preda preda sutta e crosta.
In galleria funguda e male posta, no connosches'istiu ne ierru:
est sa tumba de s'omine iu, candho ndhessis se prus mortu che biu.
Su manzanu ti crama sa sirena, chi pared'una oghe de piantu.
Unu lamentu chi t'intrad'invenas, t'infrittada su coro tottugantu.
Intras'in boidas carenas, t'ingullidi sa terra in d'unu lampu.
Su bisonzu ti cramad'a s'intrada, isperas ancora in vida sa torrada.
Sa terra est totta isboidada, dae poveros chi iscavan minieras,
sighende filos de onzi manera, de minerales a minas pesadas.
Prummones e bucas'impastadas, de pruer'e a lungh'e lumèra.
Totu pro ti alanzare sa vida, ma incurtziandhe ses sa dispedida.
Sa zente est sempre cumandhada, dae chie su mundhu at dominadu.
De onzi bene s'est impossessadu, pro ateros pius cosa non b'ada.
Sa vida la alanzas chin suore, ma pro issos non tenede valore.
Oe su suffrimentu est finidu, nessunu est prus suttaderra.
Non prus triballendhe a mattaterra, pruere alidendhe e illivrinidu.
Cantu babbos nostros'an suffrìdu, non podimus'oe irmentigare:
sa siendha depimus chircare, cussu chi de sutta est su boìdu.
Tottu est iscrittu suttaderra, a punta de piccone e de matzetta,
chirchendhe minerales'a minetta, pro arrichire cumandhantes in terra.
Oe bi cherimus torrare, in bisita pro lezere sos'iscrittos.
Minieras, castedhos e registros, a s'istoria valore est'a li dare.
Sos terrinos puru a risanare, pro ndhe podere tottu godire,
sos minores puru pro ischire, contr'a s'isfruttamentu est a lottare.
S'isfruttamentu e su suffrimentu, de s'omine in carenas peleadu,
ca riposu mai l'ana dadu, attendhelu a s'isfinimentu.
Su dirittu a sa vida est gherradu, chin sambene e suore sufridu,
su poveru mai at godidu, fintzas sa vida l'an furadu.
Cussa vida però no est perdìda, in sa cussentzia la tenimus bia,
chi non sutzedada un'atera ia, sos zovanos la tenzan'ischìda.
Sun mortes pro sa tzivilidade, siana pro onzunu de ammentu,
sia de onzunu s'intentu: libertade e rispettu a tottu dade.

GEOPARCO SARDEGNA / IN VIA OSLAVIA ASPETTANDO L'ORA X


dal nostro inviato ALESSANDRO BALDASSERINI
Quando il traghetto entra nel porto di Cagliari, mi si stringe il cuore: siamo l'unica nave all'attracco. Ti volgi per 180° e scruti il deserto: a sinistra, i docks industriali sono abbandonati, in un balenar di ruggine che avvolge le gru, tranne una vecchia “carretta” semi-affondata che chissà da quanto tempo è lì. A destra, invece, scorgi il desolato luccichio della nuova darsena vuota: doveva accogliere le navi da crociera, per il rilancio del porto. I lavori sono costati 600 milioni di euro, salvo accorgersi (dopo...) che i fondali non erano sufficientemente alti per permetter loro di attraccare. In parole povere, oltre un miliardo di vecchie lire buttato letteralmente a mare... E sapete a chi dobbiamo questo capolavoro? Ad Antonio Granara, all'epoca Presidente dell'Autorità Portuale. Ecco, questo è il biglietto da visita, arrivando a Cagliari, dell'attuale (ancora per poco, ormai) Commissario del Parco Geominerario della Sardegna... All'arrivo al Presidio di via Oslavia, accolto da Giampiero Pinna, mi sento subito a casa. A ricevermi, un gruppo di persone che, pur non ancora conoscendole, le “sento” amiche. Molti di loro leggono il nostro Report, c'è chi chiede come fare per trovare i vecchi numeri su internet, ma sono io ad essere orgoglioso di aver ottenuto la loro stima. Da oltre 270 giorni la loro “casa” è un camper, corredato da un gazebo, parcheggiato alla fine della stretta via sotto il sole cocente. Ma il loro entusiasmo, e la loro fermezza, è contagiante. Ai lati, gli striscioni delle varie associazioni di ex minatori, insieme a quelli di Italia Nostra e LegAmbiente; e poi i manifesti, da quello con “VERGOGNA!” ricordando il cartellino giallo dell'Unesco a quello del Presepe vivente, fatto sulla scalinata a latere nei giorni di Natale. E poi quello che ricorda la marcia nei siti del parco, a cui hanno partecipato oltre 1.500 persone; ed infine quello che racchiude il senso di tutto ciò, a caratteri cubitali: “Non chiediamo nulla per noi ma per il futuro delle nuove generazioni”. Di fronte, il muro di cinta e il pesante cancello che cela la Presidenza della Regione. Il camper sembra un fortino sperso nel deserto, ma è Cappellacci l'assediato. E uscirà di lì solo per recarsi a Roma, per firmare la “resa”. Aldo, Gavino, Angelo, e mi scuso con tutti gli altri che non cito: il clima è sereno. La “forza tranquilla” di chi sa che la vittoria è solo questione di giorni, forse di ore. Il cancello di fronte si apre lentamente, quasi timoroso, per far entrare o uscire assessori e funzionari. Sembra quasi che abbiano paura, dico a “Ninni” che annuisce, cosa paventano? Una vostra irruzione? “In effetti – risponde – ci avevamo pensato. Ma questa è una manifestazione pacifica. Noi siamo per il dialogo”. Che cercano ogni giorno, con quel “potere” sordo ed arrogante. L'infaticabile Pinna è sempre al telefono, chiama, contatta, sollecita: il direttore generale della Regione, la dottoressa Massidda, risponde, promette, prende tempo. Ma ormai il calendario è lì, inesorabile, a ricordare che il tempo è scaduto. Osservo Pinna e capisco il perchè di cosiffatto ostracismo da parte della “nomenklatura”: è perchè li fa sentire inadeguati, fa capire alle persone la differenza che passa tra un manager serio, preparato e coerente da un amministratore incapace e inetto. Ecco perchè scappano, sfuggono al confronto, per loro impietoso. Chi esce da quel cancello tira dritto, fa finta di non vederci. Poi qualcuno, assicuratosi di non essere visto, torna indietro, fa un timido cenno di saluto. Un paio di essi, consiglieri regionali (fiutato il vento?) si fermano anche a parlare, voltandosi sempre per paura di essere “scoperti”. La gente, dico le persone “normali”, no: passano, incitano, chiedono, s'informano. Al gazebo c'è aria
di festa: una spaghettata con le cozze (mamma mia che buona!) è sempre pronta. Si affacciano anche i ragazzi del movimento
di Grillo, così come nei primi giorni il sindaco Zedda. La lotta travalica la Sardegna, ne parla anche TV7 su Rai1. Cappellacci arrenditi: sei circondato.

GEOPARCO SARDEGNA / USALLA: LE MIE VERITA'


ALESSANDRO BALDASSERINI
Non immaginava di trovarmi lì: l'ho capito da come ha abbassato lo sguardo, cercando nel frattempo di valutare e soppesare quell'inatteso (per lui, non certo per me...) incontro. Tra le doti che riconosco a Francesco Usalla, Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, quella di essere un buon incassatore: si è subito ripreso ed ha accettato il confronto. Fosse salito sul ring, sarebbe stato un buon welter: rapido negli scambi, sgusciante, guardia alta e comunque corretto nel corpo-a-corpo. Quello che segue è il colloquio intercorso tra noi a Roma, lunedi 25 giugno, Sala Monumentale di Palazzo Chigi, al termine della cerimonia per le Destinazioni italiane d'Eccellenza (tra cui Guspini, rappresentata dall'Assessore ai Beni culturali Enrica Olla e Porto Flavio, sito del Geoparco minerario, e da qui il motivo della sua presenza e quindi della mia, dopo il mancato rendez-vous di Massa Marittima...), davanti al tavolo del buffet. Una doverosa premessa: quando un dirigente pubblico, in un'occasione pubblica, parla con un giornalista è consapevole che quanto dirà verrà pubblicato se non specifica espressamente che tutto ciò che dice è off the record. Queste sono le regole: e difatti, quando in un'occasione si è lasciato andare ad un commento aggiungendo “questo però sarebbe meglio non scriverlo”, mi sono scrupolosamente attenuto e non lo troverete nel testo. Per il resto, ecco le verità di Francesco Usalla: così è, se vi pare.
*****
Allora, dottor Usalla: come va il Parco?
“Bene. Quello di oggi è un riconoscimento importante. Ma so a cosa allude: mi sembra che il 3 luglio (in realtà sarà per il giorno 4, ndr) sia in programma l'incontro tra il Ministro Clini ed il Governatore Cappellacci. Così, finalmente, si abbasseranno i toni e spero che si possa tornare a parlare di progetti”.
E sul presidio delle Associazioni della Consulta del Parco non ha nulla da dire?
“Guardi, le ripeto: io sono un operativo e vorrei parlare di progetti. Non è vero che il Parco è in stallo. Abbiamo molti progetti in cantiere ma purtroppo si parla di altro...”.
Appunto: cosa pensa di fare in preparazione dell'esame Unesco del prossimo anno e come crede di evitare l'esclusione dalla Rete dei Geoparchi?
“Adesso, sperando che le acque si calmino, prenderò in mano la pratica e...”.
Scusi, vuol dire che ancora non l'ha fatto?
“Io sono arrivato da poco (otto mesi..., ndr) e dovevo guardarmi intorno. Comunque, le dicevo, ora studierò la pratica e con i nostri uffici vedremo il da farsi. Però, posso dire una cosa?”.
Ma prego... dica dica.
“Io non capisco perchè l'Unesco ci abbia ammonito. Altri parchi hanno gli stessi problemi, prenda ad esempio le Colline Metallifere: da un punto di vista formale stanno peggio di noi. Non hanno lo Statuto, non hanno un dipendente (se lo sentisse Alessandra Casini, a pochi metri di distanza...) eppure fanno le pulci a noi. Mah... A proposito, visto che ci tiene tanto, le manderò una bella scheda sulla sagra di S. Antioco, la più antica d'Italia!”.
Lo so, lo so... ben 657 edizioni.
“Vede, la questione è: il Parco deve sponsorizzare tutti gli eventi sul territorio? Fosse per me, solo quelli minerari...”.
Senta, a proposito: ma perchè lei e il Commissario Granara non siete andati all'assemblea della Comunità del Parco per l'approvazione del Bilancio?
Sorrisetto, sguardo a terra, di nuovo sorrisetto (intanto la Casini, lì a fianco, ci ascolta...): “Ci devo pensare...”.
In che senso? Non mi sembra una domanda difficile...
“Ora, appena rientro, verificherò”.
Ma cosa? Il Sindaco di Iglesias l'ha detto chiaro e tondo l'altra settimana al TGR sardo: non vi siete presentati...
“Ah, ha detto così? Non lo sapevo, grazie dell'informazione. Orà sentirò i nostri uffici, poi gli risponderò. Per iscritto. E ora, arrivederci”.

GEOPARCO SARDEGNA / PERCHE' E' UN CASO NAZIONALE


di RICCARDO di ROBILANT
Questo interamente dedicato al Parco Geominerario della Sardegna è un numero veramente speciale. Lo è per tre motivi: perchè esce a ridosso del 4 luglio, che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo, visti i precedenti...) essere la data della fatidica firma del Protocollo d'Intesa tra Ministero dell'Ambiente e Regione per porre fine alla quinquennale gestione commissariale; perchè contiene un bellissimo reportage realizzato dal nostro direttore, che per due giorni ha vissuto e condiviso speranze e disagi nel Presidio di via Oslavia insieme a quello straordinario manipolo di “eroi” della Consulta delle Associazioni del Geoparco che da 275 giorni cingono d'assedio il fortino nel quale si è rinchiuso Cappellacci; ed infine, perchè offre un vero e proprio “scoop”: il colloquio con Francesco Usalla, il Direttore del Parco, che stavolta non si è sottratto alle nostre domande. Ma è, soprattutto, un numero “speciale” perchè paradigmatico dell'attuale situazione che stiamo vivendo in Italia. Il caso del Parco Geominerario della Sardegna assurge a “caso” nazionale perchè è l'emblema da una parte delle enormi potenzialità che questo Paese potrebbe esprimere e dall'altra dei gravissimi guasti che una “cattiva” politica ed una pessima (oltre che inetta) classe dirigente combina irresponsabilmente provocando danni irreparabili. In tutto questo, però, il caso-Sardegna può divenire un messaggio di speranza: quando c'è serietà, coraggio, costanza, i buoni alla fine prevalgono. Pinna e compagni docet.

martedì 19 giugno 2012

TUSCAN MINING GEOPARK / FENOMENOLOGIA di ALESSANDRA CASINI


Il Direttorissimo è ormai lanciato su scala nazionale

di Sacha Paganini
Premessa: Alessandra Casini è brava. Te lo dicono tutti: ammiratori entusiasti e detrattori invidiosi. In gergo calcistico è una top player: apprezzata a livello nazionale ed europeo, sarebbe contesa a suon di milioni se esistesse il parco-mercato. Tutto ciò che tocca, o anche soltanto sfiora, si tramuta in oro: dirigente preparata ed efficiente, instancabile ed attenta ai più minuziosi particolari, organizzatrice e “padrona di casa” perfetta. Tra le molteplici qualità, quella di saper fiutare il vento come nessun altro: ci fosse stata lei, al posto di Torben Grael, a bordo di Luna Rossa contro New Zealand e Alinghi, ora l'Italia avrebbe vinto almeno 2 Coppe America. Pugno di ferro in guanto di velluto, la sua ascesa è irresistibile: ormai lanciata su scala nazionale, non sembrano esserci limiti al suo, più che meritato, successo professionale e personale.
Un'ascesa partita da lontano, gradino dopo gradino. Dove vi sono disseminate, però, molte “vittime” eccellenti che hanno incrociato la sua strada. E questa è, anche, la loro storia.
Se ci fosse il Campionato Mondiale dell'usa-e-getta, non ci sarebbe partita: il trionfatore sarebbe lui, il Direttorissimo. Anzi, “Lei”: perchè è di Alessandra Casini, manager in carriera, che stiamo parlando. La fila degli ammiratori che fanno a gara nel dedicarle encomi è lunghissima, e sarebbe perfino pleonastico parlarne. C'è poi la “zona d'ombra”: quelli, cioè, che in pubblico son costretti ad ammettere le sue qualità, anche se poi nel privato si lasciano andare a considerazioni poco amichevoli. Come capitò quella volta ad un esterefatto Hubert Corsi – all'epoca presidente del Parco Nazionale delle Colline Metallifere oggi Tuscan Mining Geopark – quando si sentì apostrofare da un noto assessore alla Cultura di uno dei Comuni facente parte del Consorzio: “Quella lì 'un mi garba per nulla”. Concetto espresso, a sua volta, dal professor Francesco Riccobono, dell'Università di Siena, scelto da Corsi per redarre insieme a Giuseppe Protano il dossier tecnico-scientifico per la candidatura all'European Geoparks Network. L'incauto fece però l'errore di ripeterlo alla diretta interessata. Morale della favola: a lavoro ultimato, alla vigilia dell'ispezione della Commissione Unesco, uscito di scena Corsi, non riconfermato dal Ministro dell'Ambiente, il Direttorissimo – dopo un duro scambio di cortesie via e-mail – depennò i due dallo staff e al loro posto insediò il “suo”  professor Armando Costantini, con cui condivise gli allori. Quello del suo (il “suo” Sindaco, il “suo” Presidente, il “suo” Professore) è un paradigma del modo possessivo di pensare del personaggio, che andrebbe analizzato. Qui, nel frattempo, mettiamo a fuoco una, per certi versi inquietante, coincidenza nell'irresistibile ascesa di Alessandra Casini: per ogni scalino salito c'è un, metaforicamente parlando, “cadavere” eccellente. Chiedere per esempio a Silvia Guideri, della Parchi Valdicornia, da dove parte la scalata della “nostra”. Amiche inseparabili, condividevano perfino lo stesso appartamento di Campiglia. Ma il Parco minerario di S. Silvestro (“creatura” del suo Professore Riccardo Francovich) era un palcoscenico troppo stretto per due “prime donne”. Cominciò così la rivalità: è finita che oggi non si scambiano nemmeno il buongiorno. Alessandra vince il primo “braccio di ferro” e diventa la musa ispiratrice del presidente, Massimo Zucconi. Insieme, scrivono e firmano anche diversi saggi pubblicati da Il Mulino e numerosi articoli. Poi, i due entrano in rotta di collisione: chi faceva ombra a chi? Zucconi a
quel punto commette lo “sbaglio” di preferirle la Guideri. La Casini non ci pensa su neanche un attimo, molla tutto e si dimette. Nel breve volgere, Zucconi cade “in disgrazia” dentro il suo partito (PD), viene estromesso dalla carica di Presidente, e oggi fa il consigliere d'opposizione, a capo di una lista civica, al Comune di Campiglia.
Nel frattempo, la “nostra” si trasferisce armi e bagagli a Gavorrano, dove è in allestimento il Parco Nazionale Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere, chiamata dal Sindaco – che ben presto diventerà il “suo” - che del Parco è anche Vicepresidente. Alessandro Fabbrizzi le concede “carta bianca” e lei mette a frutto le sue doti. Se oggi il Parco è quel che è (“Il più innovativo d'Europa”, parole e musica di Louis Bergeron, il vate dell'archeologia industriale), Alessandra può ben vantare meriti. La storia di questi ultimi anni è nota ai più (e anche noi l'abbiamo molte volte ripercorsa) ma il bilancio  finale qual è? Fabbrizzi è ora “esiliato” a Piombino, dopo altalenanti fortune politiche: versate due lacrimuccie di prammatica, Alessandra è passata già oltre. Come in Dieci piccoli indiani tutto lo staff del Parco è stato “fatto fuori”, mentre lei di gradino in gradino scalava posizioni, fino ad ergersi come la Zarina delle Rocce (come l'appellano a Gavorrano, in alternativa al più sbrigativo la Rossa). Infatti, da “coordinatrice delle Porte del Parco” sotto la gestione-Corsi, diventa brevi manu Direttore con quella Agresti. Al quale devono esser fischiate le orecchie se si è affrettato ad incoronarla con pieni poteri, sorvolando sui giudizi poco benevoli (eufemismo) che all'inizio della sua nomina la Casini gli riservava in privato confidandosi con i suoi collaboratori. Non è stato del resto il solo: per restare in tema la “nostra” definì “un troglodita” il candidato PD destinato a subentrare a Fabbrizzi. Inutile aggiungere che il malcapitato venne clamorosamente trombato alle “primarie”. E ne sa qualcosa anche il successore di Fabbrizzi, quel Massimo Borghi che per ben due volte è stato disarcionato dalla carica di Sindaco. Lasciando stare le beghe di paese, c'è una vicenda legata al Parco che ancora oggi desta interrogativi. E' il giugno 2010: da due mesi il mandato di Corsi è scaduto, e tutti (o quasi) ne chiedono a gran voce la riconferma. Il Ministro Prestigiacomo, alla fine, si convince a firmare il decreto di proroga, ma proprio un attimo prima le giunge sulla scrivania un documento, firmato dal Presidente della Provincia e dai sette Sindaci del Consorzio, che recita grosso modo così: “Alla vigilia del riconoscimento Unesco, il Parco è senza guida. Il Ministro firmi subito la proroga dell'attuale Comitato di Gestione o nomini il nuovo Presidente”. Come a dire: guarda che se estrometti Corsi noi non ti faremo le barricate...
Il ministro capisce l'antifona, coglie la palla al balzo e decreta il cambio della guardia. Tornando a noi, quel documento ricalcava un ordine del giorno fatto approvare da Borghi al Consiglio comunale di Gavorrano giorni prima. I soliti “maligni” sostengono (per la verità, a quel che si sa, a torto) che ad ispirarlo fosse stata proprio la “nostra”. Ripetiamo: a noi risulta non vero. Però è anche vero che ad alcuni interlocutori che all'epoca le chiedevano ragguagli lei rispose che il documento aveva “una sua logica”. E così il “suo” Presidente venne ben presto messo nel ripostiglio dell'usato per far posto al nuovo. Sorvolando su Franco Rapezzi (“finalmente ora l'ufficio di presidenza non è più disorganizzato” potrebbe essere il suo epitaffio), braccio destro di Corsi, per i più la rottura più clamorosa è stata quella con Alessandro Baldasserini. Vabbè, qui c'è conflitto d'interessi, dovendo parlare del nostro Direttore. Ma per sei anni, lui in veste di responsabile della comunicazione del Parco, era considerata la coppia più affiatata ed inossidabile. In questo caso, l'arte dell'usa-e-getta ha raggiunto livelli sopraffini. Un'esperienza amara, ancor più sul piano personale che professionale, per il nostro direttore che infatti ancora oggi evita di parlarne. Così come cambia discorso anche Roberto Farinelli, dell'Università di Siena e suo sodale ai tempi di Francovich, che preferisce non fare commenti su chi “adesso si nega persino al telefono”. Insomma, ora che il Direttorissimo (del Geoparco, dell'Istituzione GavorranoIdea, del Teatro delle Rocce: “She is the Boss!”, esclamò compiaciuto l'ispettore Unesco Valiakos) è lanciato nel firmamento nazionale, e gli attuali confini locali cominciano ad esserle stretti, c'è chi s'interroga: quale sarà il gradino successivo? Adesso, la “nostra” è culo e camicia con Maurizio Burlando, il Coordinatore nazionale del Forum dei Geoparchi italiani, che pare penda dalle sue labbra. Che sia lui la prossima vittima?
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UN'ESTATE DI NOVITA'


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Esattamente un anno e mezzo fa cominciava l'avventura di ItalianGeoparksProject e del suo web-magazine heartonearth Geoparks News. Quella che, Maurizio Burlando dixit, avrebbe dovuto essere “un'iniziativa avventata e velleitaria” si è tramutata in una felice e consolidata realtà. In 18 mesi, il Report on-line si è attestato su una media di 7.700 lettori settimanali, toccando nelle ultime settimane l'incredibile e per noi inaspettata vetta degli oltre 30.000, in concomitanza con la pubblicazione dei numeri 5 e 6. Pian pianino, la raccolta pubblicitaria sul sito internet sta cominciando a dare i primi frutti, e il magazine si è via via arricchito di nuove ed autorevoli “firme”. Nel panorama dell'informazione dedicata ai geoparchi, heartonearth è divenuto uno dei principali punti di riferimento, come si può constatare digitando Google. E' giunto quindi il momento di cambiare marcia, per offrire un prodotto sempre più soddisfacente. Sarà, dunque, un'estate ricca di novità. Come avrete notato, abbiamo rinnovato e migliorato la grafica del report; per settembre è previsto il restyling del sito internet e di tutte le sezioni multimediali, a cominciare dal “blog” CuorediTerra. Come preannunciato, il magazine si prende una piccola pausa: stiamo infatti allestendo due nuove iniziative editoriali che ci porteranno via tempo e risorse. Una riguarda la Guida dei Geoparchi, ormai prossima alla luce, mentre l'altra sarà una piccola “chicca” dedicata al Geoparco della Sardegna. E, a proposito, il nostro augurio è che la prima “novità” sia proprio la firma della riforma del Parco Geominerario.
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martedì 12 giugno 2012

COLLINE METALLIFERE / RISCHIO TRIVELLE NEL SILENZIO ASSOLUTO


di MARIA RITA d'ORSOGNA
Dal silenzio più assoluto ecco emergere i permessi della European Gas Limited, ditta australiana che dice di avere depositato le proprie valutazioni di impatto ambientale per estrarre Coal Bed Methane e Shale Gas con fracking presso la Regione Toscana.
E così, come un domino, ecco altri progetti per fare fracking di Coal Bed Methane in Italia e di Shale Gas.
Da quanto pare di capire, questa ditta, la European Gas limited, ha avuto le concessioni nel 2007 ma sta ancora chiedendo i permessi e le autorizzazioni a procedere al nostro governo. Sono tutti e tre allo stadio preliminare e sono in Toscana.
E tutto, dicevamo, avvolto nel silenzio, e come sempre se nessuno sa, dice, chiede, esige risposte, andrà a finire che gliele daranno le autorizzazioni, perché fondamentalmente non sanno neanche cosa sia il fracking! E così finirà che si arriverà al fracking in Italia senza neanche chiederlo a nessuno, e poi in Toscana, come se la regione più turistica d'Italia potesse essere allo stesso tempo un distretto minerario con acqua inquinata, esalazioni tossiche e tremori piu' o meno forti nel sottosuolo. In una sua relazione, di cui abbiamo preso visione, la società afferma che I rapporti sugli studi di valutazione ambientale per tutte e tre le aree sono stati completati e giacciono con gli uffici della regione Toscana.Ma la regione Toscana ha qualcosa da dire? L'assessore all'Ambiente Bramerini lo sa? E cosa ne pensa? Perché l'opinione pubblica non sa niente di tutto ciò, che magari vorrebbe dire anche la sua? I tre siti interessati dal progetto, a cavallo tra le Colline Metallifere grossetane (sede di un Geoparco Unesco) e la provincia di Siena, coprono un'area di ben 1.553 chilometri quadrati. I permessi richiesti prevedono i diritti esclusivi, per una durata di sei anni, per la trivellazione e la produzione di idrocarburi. Ma chi sono questi che non sanno neanche scrivere Siena e scrivono Sienna?
Intanto, questa European Gas Limited, European non e' proprio il prototipo della “trasparenza”. La Kimberley Oil infatti nasce nel 1996 nell'Australia del Nord e, dal 2003, "entra in accordo" per una joint venture per trivellare carbone alla ricerca di metano in Italia e Francia. Fra i suoi partner, fin dal 2006, una certa Heritage Petroleum, americana. Poi disinvestono dall'Australia e si cambiano il nome in European Gas Limited, chissà, forse per darsi una nuova immagine.
In alcune loro relazioni parlano dei disastri minerari avvenuti nel sud della Toscana e dell'alto contenuto di metano presente nell'area. Tra le altre cose, si legge che "CBM exploration activities by others in adjacent permits is encouraging" ("Le attivita' di esplorazione di CBM di altri in permessi adiacenti e' incoraggiante"). Ricordiamo che CBM sta per Coal Bed Methane che viene estratto con metodi di fracking.
Ma resta la domanda iniziale: chi sono questi altri “misteriosi” partner? La cosa che fa rabbrividire è che dalle loro carte l'intera città di Siena è coperta dal permesso esplorativo!
La Francia e la Bulgaria hanno deciso di vietare sul loro territorio nazionale il fracking.
Noi neanche lo sappiamo che degli australiani ed inglesi vogliono venire a farcelo in alcuni dei più bei posti d'Italia se non del pianeta...
www.italiangeoparksproject.it

GEOPARCO SARDEGNA / IL FALO' DELLE BANALITA'


di SANDRO MEZZOLANI
Ringrazio heartonearth perchè porta all'attenzione dei lettori le vicende del Parco Geominerario della Sardegna. Devo dire che ho trovato interessante la precisazione del direttore Usalla: "avevo impegni e sono dovuto andare via"... Il direttore del Parco Geominerario ha dato un bell'esempio di correttezza istituzionale. Solo un dubbio mi assale. Se aveva impegni, per quale motivo ha lasciato (lui e i due funzionari al seguito), dopo meno di 2 ore dall'inizio dei lavori, la sede del Convegno?.
Poteva ad esempio lasciare i valenti funzionari a seguire i lavori e a far sentire la voce dei sardi che credno nel futuro dei parchi geominerari. Insomma non si spendono centinaia di euro e non si perdono 6 giornate di lavoro (visto che erano in tre) per venire al convegno, stare due ore scarse per poi ricordarsi degli impegni impellenti. Tutti i parchi presenti erano ben rappresentati da direttori o presidenti, con delegazioni "asciutte" visti i tempi di tagli ai bilanci, tutti loro hanno viaggiato in macchina o preso aerei per dare un contributo fattivo alla causa dei geoparchi Italiani. Tutti hanno sacrificato qualcosa. Tutti credono nelle rete dei geoparchi come possibile salvezza e soprattutto come unica forma di valorizzazione complessiva. A Massa Marittima, sono andato come piccolo imprenditore, mi sono pagato tutte le spese e sono rimasto fino all'ultimo minuto del convegno (peraltro molto interessante). Ho presentato la Carta delle Miniere Sarde e lanciato diverse idee per progetti da realizzare con gli altri Geoparchi Italiani. Caro Direttore, potresti comprendere di cosa si occupano al Parco Geominerario della Sardegna?
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giovedì 7 giugno 2012

GEOPARCO SARDEGNA / USALLA: "NON SONO FUGGITO"


FRANCESCO USALLA
(Direttore Geoparco della Sardegna)
Egregio Direttore, il suo editoriale pubblicato sul n° 4 di HEARTonEARTH Geoparks News sollecita alcune precisazioni. Non vi è stata alcuna “Grande Fuga” dal workshop del 16 e 17 maggio di Massa Marittima, ma semplicemente la premura di rientrare in sede per riprendere il servizio ed assolvere così alle innumerevoli incombenze che l'incarico di Direttore prevede quotidianamente. Per tranquillizzare lei e i suoi lettori su quanto stiano a cuore questi eventi, mi preme evidenziarle che la delegazione sarda è giunta a Massa Marittima, con grande gioia dell'albergatore, alle 24 del giorno precedente. Come certo saprà, distanze e modalità di trasporto non favoriscono gli spostamenti dei Sardi. Fatte queste precisazioni, con lo stesso spirito debbo dire che ne Lei ne nessun altro giornalista ha chiesto interviste o pareri allo scrivente. Qualora tale circostanza si fosse verificata, saremmo stati ben lieti di rilasciarle e contribuire così a dare una corretta informazione. Per quel che riguarda la missione debbo dire che è stata molto fruttuosa e ha consentito alla delegazione del Parco Geominerario di confrontarsi con le altre realtà, consolidare contatti e programmare future collaborazioni. Ottima l'organizzazione e l'accoglienza degli amici del Parco delle Colline Metallifere; ottima la cena anche se in proposito mi corre l'obbligo di precisare che, avendo problemi di dieta, il sottoscritto si è limitato a “degustare con gli occhi” buona parte delle 38 portate; ma va bene così. Tanto premesso gradirei vivamente che queste mie precisazioni avessero lo stesso rilievo dato alle sue esternazioni e considerazioni che così potrei considerare dettate da una enfatizzazione del diritto di critica e non dalla volontà di offendere la mia onorabilità e professionalità, come l'assimilazione ad un “personaggio”, presunto autore di reati gravissimi, lascerebbe ad intendere. Sono comunque a sua disposizione per condividere considerazioni e riflessioni sul Parco Geominerario della Sardegna e, se Lei lo riterrà opportuno, condividere una colazione – non certo ricca come quella degli amici toscani – ma ritengo altrettanto gradevole e proficua. Con i migliori saluti.
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NOTA A MARGINE
(a. b.) - Prendiamo atto delle precisazioni del Direttore Usalla
e della sua disponibilità a confrontarsi con heartonearth. Come vede, è sempre nostra buona abitudine concedere il più ampio spazio alle eventuali rettifiche. E, d'altronde, conferma lei stesso che siete ripartiti con “premura” ben prima della fine dei lavori del Workshop. Per il resto, la lettera si commenta da sola: 330 parole per non scriverne nemmeno una circa il rischio incombente di esclusione dal Network Unesco dei Geoparchi e tantomeno
sull'iniziativa portata avanti dalla Consulta del Parco per protestare contro l'immobilisno della Giunta Regionale. Infine, per quanto riguarda l'invito a pranzo, accetto ben volentieri: ci vediamo alla sagra di S. Antioco martire? Con i 20.000 euro erogati dal Geoparco si dovrebbe mangiare molto bene...
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venerdì 1 giugno 2012

GEOPARCO SARDEGNA / PINNA FOR PRESIDENT!


ALESSANDRO BALDASSERINI
E così, dopo 247 giorni di “assedio”, Cappellacci-Schettino si è arreso a Pinna-De Falco. Dalle e dalle – dicono a Napoli – se scassano pure 'e metalle... Ma il metallo con cui sono forgiate la passione e la volontà di Giampiero Pinna non viene scalfito neppure dalle cannonate. Pensava, il povero Ugo, di cavarsela scappando: “prima o poi – illuso! – si stancheranno di questa pagliacciata del presidio davanti al mio ufficio”. E invece mese dopo mese, per ben 8 mesi, il coordinatore della Consulta delle Associazioni del Geoparco minerario della Sardegna, insieme alle decine e decine di rappresentanti delle varie associazioni, è stato lì a chiedere, invocare, pretendere che il Governatore li ricevesse affinchè firmasse il Protocollo d'intesa con il Ministro dell'Ambiente per dare il via alla riforma del Consorzio del Parco che consentisse di chiudere la gestione commissariale e permettere così il rilancio dell'Ente al fine di evitare l'incombente esclusione dalla Rete europea e mondiale dei Geoparchi Unesco.
E quando Pinna si è accorto che ogni sforzo diplomatico era vano non ha esitato ad incatenarsi nell'ufficio dell'Assessore all'Ambiente e a proclamare lo sciopero della fame ad oltranza. Il Governatore ha provato a resistere, per non dispiacere il suo sodale Granara, ma alla fine ha dovuto cedere. Diceva Sciascia che ci sono “uomini, mezzi uomini, ominicchi, piglianc... (vabbè, avete capito) e quaquaracquà”: ma poi ci sono i “Cappellacci”, inutilmente arroganti. Pinna, invece, è un uomo. Non esiti troppo il Ministro Clini a nominarlo Presidente del Geoparco.
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