lunedì 2 luglio 2012
GEOPARCO SARDEGNA / IN VIA OSLAVIA ASPETTANDO L'ORA X
dal nostro inviato ALESSANDRO BALDASSERINI
Quando il traghetto entra nel porto di Cagliari, mi si stringe il cuore: siamo l'unica nave all'attracco. Ti volgi per 180° e scruti il deserto: a sinistra, i docks industriali sono abbandonati, in un balenar di ruggine che avvolge le gru, tranne una vecchia “carretta” semi-affondata che chissà da quanto tempo è lì. A destra, invece, scorgi il desolato luccichio della nuova darsena vuota: doveva accogliere le navi da crociera, per il rilancio del porto. I lavori sono costati 600 milioni di euro, salvo accorgersi (dopo...) che i fondali non erano sufficientemente alti per permetter loro di attraccare. In parole povere, oltre un miliardo di vecchie lire buttato letteralmente a mare... E sapete a chi dobbiamo questo capolavoro? Ad Antonio Granara, all'epoca Presidente dell'Autorità Portuale. Ecco, questo è il biglietto da visita, arrivando a Cagliari, dell'attuale (ancora per poco, ormai) Commissario del Parco Geominerario della Sardegna... All'arrivo al Presidio di via Oslavia, accolto da Giampiero Pinna, mi sento subito a casa. A ricevermi, un gruppo di persone che, pur non ancora conoscendole, le “sento” amiche. Molti di loro leggono il nostro Report, c'è chi chiede come fare per trovare i vecchi numeri su internet, ma sono io ad essere orgoglioso di aver ottenuto la loro stima. Da oltre 270 giorni la loro “casa” è un camper, corredato da un gazebo, parcheggiato alla fine della stretta via sotto il sole cocente. Ma il loro entusiasmo, e la loro fermezza, è contagiante. Ai lati, gli striscioni delle varie associazioni di ex minatori, insieme a quelli di Italia Nostra e LegAmbiente; e poi i manifesti, da quello con “VERGOGNA!” ricordando il cartellino giallo dell'Unesco a quello del Presepe vivente, fatto sulla scalinata a latere nei giorni di Natale. E poi quello che ricorda la marcia nei siti del parco, a cui hanno partecipato oltre 1.500 persone; ed infine quello che racchiude il senso di tutto ciò, a caratteri cubitali: “Non chiediamo nulla per noi ma per il futuro delle nuove generazioni”. Di fronte, il muro di cinta e il pesante cancello che cela la Presidenza della Regione. Il camper sembra un fortino sperso nel deserto, ma è Cappellacci l'assediato. E uscirà di lì solo per recarsi a Roma, per firmare la “resa”. Aldo, Gavino, Angelo, e mi scuso con tutti gli altri che non cito: il clima è sereno. La “forza tranquilla” di chi sa che la vittoria è solo questione di giorni, forse di ore. Il cancello di fronte si apre lentamente, quasi timoroso, per far entrare o uscire assessori e funzionari. Sembra quasi che abbiano paura, dico a “Ninni” che annuisce, cosa paventano? Una vostra irruzione? “In effetti – risponde – ci avevamo pensato. Ma questa è una manifestazione pacifica. Noi siamo per il dialogo”. Che cercano ogni giorno, con quel “potere” sordo ed arrogante. L'infaticabile Pinna è sempre al telefono, chiama, contatta, sollecita: il direttore generale della Regione, la dottoressa Massidda, risponde, promette, prende tempo. Ma ormai il calendario è lì, inesorabile, a ricordare che il tempo è scaduto. Osservo Pinna e capisco il perchè di cosiffatto ostracismo da parte della “nomenklatura”: è perchè li fa sentire inadeguati, fa capire alle persone la differenza che passa tra un manager serio, preparato e coerente da un amministratore incapace e inetto. Ecco perchè scappano, sfuggono al confronto, per loro impietoso. Chi esce da quel cancello tira dritto, fa finta di non vederci. Poi qualcuno, assicuratosi di non essere visto, torna indietro, fa un timido cenno di saluto. Un paio di essi, consiglieri regionali (fiutato il vento?) si fermano anche a parlare, voltandosi sempre per paura di essere “scoperti”. La gente, dico le persone “normali”, no: passano, incitano, chiedono, s'informano. Al gazebo c'è aria
di festa: una spaghettata con le cozze (mamma mia che buona!) è sempre pronta. Si affacciano anche i ragazzi del movimento
di Grillo, così come nei primi giorni il sindaco Zedda. La lotta travalica la Sardegna, ne parla anche TV7 su Rai1. Cappellacci arrenditi: sei circondato.
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