martedì 6 novembre 2012

EDITORIALE / DA NISCEMI A CAGLIARI


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Sono passati pochi giorni dalle elezioni regionali siciliane e ci si continua ad interrogare sul clamoroso successo della Lista Grillo. Ma, a ben vedere, degli osservatori attenti e non superficiali avrebbero ben potuto pronosticare la messe di voti piovuta sul candidato del Movimento 5 Stelle: sarebbe bastato, ad esempio, prendere in considerazione il fatto che Cancelleri (fino al giorno addietro le votazioni un giovane ed illustre Carneade) fosse di Caltanissetta. Embè? Si chiederà qualcuno... E qui, ai più affezionati dei nostri lettori, già si staranno drizzando le... antenne, e il nome di quella città comincerà ad evocargli qualcosa. Eh già: Caltanissetta, proprio dove – a pochi chilometri , in quel di Niscemi – la scorsa estate si era costituito il Comitato No-MUOS per contrastare l'installazione dell'ecomostro militare dell'Esercito degli Stati Uniti, in barba a tutte le direttive ambientali e sanitarie, come poi riscontrato dalla Procura che ai primi di ottobre ha sequestrato il cantiere. Solo Il Manifesto e, mi si consenta, EarthonEarth Report avevano scritto di questa vicenda. E solo i ragazzi del Movimento di Beppe Grillo avevano sostenuto la battaglia di questi novelli Don Chisciotte, abbandonati da tutte le altre forze politiche e dalla stampa. Di grazia, chi avrebbero poi dovuto votare? La storia di Niscemi è
esemplare di come la mobilitazione popolare sia alla fine più forte dell'arroganza del Potere. E il pensiero corre subito a Cagliari, dove prosegue la lotta degli amici della Consulta del Parco Geominerario. Dalla Sicilia alla Sardegna, un filo rosso le unisce: e come Niscemi insegna, anche a Cagliari l'insipienza di una classe politica ormai screditata dai fatti dovrà alzare bandiera bianca. Le similitudini sono molte: anche al presidio di Villa Devoto gli unici a farsi vedere erano i ragazzi del 5 Stelle. Gli altri (tranne qualche rara, e benemerita, eccezione, tra cui il Sindaco Zedda) hanno sempre voltato le spalle. Salvo, ora, affrettarsi a salire sul carro dell'imminente vincitore. C'è un piccolo retroscena, che non avrei mai voluto raccontare per pudore: nel giorno dell'anniversario del Presidio, il Governatore Cappellacci ebbe (incautamente) a dichiarare che la mancata firma del Protocollo d'Intesa con il il Ministro dell'Ambiente era da addebitare a Clini ed alle lungaggini burocratiche di quel dicastero. Subito dopo, lette tali stupefacenti dichiarazioni, abbiamotelefonato all'ufficio stampa del Ministro per chiedere conferma di ciò. Apriti cielo! Caso ha voluto che nello stesso frangente il segretario regionale dell'Italia dei Valori scrivesse al Ministro,così che la risposta ufficiale (leggi: secca smentita) fosse più diplomatica di quella riferitaci al telefono... Caro Palomba, meglio tardi che mai, comunque benvenuto a bordo.
P. S.: Mentre andiamo in stampa giunge la notizia che, dopo 400 giorni, la Consulta del Parco ha deciso di sospendere il Presidio a Villa Devoto ma prosegue lo stato di mobilitazione.

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