martedì 19 giugno 2012

TUSCAN MINING GEOPARK / FENOMENOLOGIA di ALESSANDRA CASINI


Il Direttorissimo è ormai lanciato su scala nazionale

di Sacha Paganini
Premessa: Alessandra Casini è brava. Te lo dicono tutti: ammiratori entusiasti e detrattori invidiosi. In gergo calcistico è una top player: apprezzata a livello nazionale ed europeo, sarebbe contesa a suon di milioni se esistesse il parco-mercato. Tutto ciò che tocca, o anche soltanto sfiora, si tramuta in oro: dirigente preparata ed efficiente, instancabile ed attenta ai più minuziosi particolari, organizzatrice e “padrona di casa” perfetta. Tra le molteplici qualità, quella di saper fiutare il vento come nessun altro: ci fosse stata lei, al posto di Torben Grael, a bordo di Luna Rossa contro New Zealand e Alinghi, ora l'Italia avrebbe vinto almeno 2 Coppe America. Pugno di ferro in guanto di velluto, la sua ascesa è irresistibile: ormai lanciata su scala nazionale, non sembrano esserci limiti al suo, più che meritato, successo professionale e personale.
Un'ascesa partita da lontano, gradino dopo gradino. Dove vi sono disseminate, però, molte “vittime” eccellenti che hanno incrociato la sua strada. E questa è, anche, la loro storia.
Se ci fosse il Campionato Mondiale dell'usa-e-getta, non ci sarebbe partita: il trionfatore sarebbe lui, il Direttorissimo. Anzi, “Lei”: perchè è di Alessandra Casini, manager in carriera, che stiamo parlando. La fila degli ammiratori che fanno a gara nel dedicarle encomi è lunghissima, e sarebbe perfino pleonastico parlarne. C'è poi la “zona d'ombra”: quelli, cioè, che in pubblico son costretti ad ammettere le sue qualità, anche se poi nel privato si lasciano andare a considerazioni poco amichevoli. Come capitò quella volta ad un esterefatto Hubert Corsi – all'epoca presidente del Parco Nazionale delle Colline Metallifere oggi Tuscan Mining Geopark – quando si sentì apostrofare da un noto assessore alla Cultura di uno dei Comuni facente parte del Consorzio: “Quella lì 'un mi garba per nulla”. Concetto espresso, a sua volta, dal professor Francesco Riccobono, dell'Università di Siena, scelto da Corsi per redarre insieme a Giuseppe Protano il dossier tecnico-scientifico per la candidatura all'European Geoparks Network. L'incauto fece però l'errore di ripeterlo alla diretta interessata. Morale della favola: a lavoro ultimato, alla vigilia dell'ispezione della Commissione Unesco, uscito di scena Corsi, non riconfermato dal Ministro dell'Ambiente, il Direttorissimo – dopo un duro scambio di cortesie via e-mail – depennò i due dallo staff e al loro posto insediò il “suo”  professor Armando Costantini, con cui condivise gli allori. Quello del suo (il “suo” Sindaco, il “suo” Presidente, il “suo” Professore) è un paradigma del modo possessivo di pensare del personaggio, che andrebbe analizzato. Qui, nel frattempo, mettiamo a fuoco una, per certi versi inquietante, coincidenza nell'irresistibile ascesa di Alessandra Casini: per ogni scalino salito c'è un, metaforicamente parlando, “cadavere” eccellente. Chiedere per esempio a Silvia Guideri, della Parchi Valdicornia, da dove parte la scalata della “nostra”. Amiche inseparabili, condividevano perfino lo stesso appartamento di Campiglia. Ma il Parco minerario di S. Silvestro (“creatura” del suo Professore Riccardo Francovich) era un palcoscenico troppo stretto per due “prime donne”. Cominciò così la rivalità: è finita che oggi non si scambiano nemmeno il buongiorno. Alessandra vince il primo “braccio di ferro” e diventa la musa ispiratrice del presidente, Massimo Zucconi. Insieme, scrivono e firmano anche diversi saggi pubblicati da Il Mulino e numerosi articoli. Poi, i due entrano in rotta di collisione: chi faceva ombra a chi? Zucconi a
quel punto commette lo “sbaglio” di preferirle la Guideri. La Casini non ci pensa su neanche un attimo, molla tutto e si dimette. Nel breve volgere, Zucconi cade “in disgrazia” dentro il suo partito (PD), viene estromesso dalla carica di Presidente, e oggi fa il consigliere d'opposizione, a capo di una lista civica, al Comune di Campiglia.
Nel frattempo, la “nostra” si trasferisce armi e bagagli a Gavorrano, dove è in allestimento il Parco Nazionale Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere, chiamata dal Sindaco – che ben presto diventerà il “suo” - che del Parco è anche Vicepresidente. Alessandro Fabbrizzi le concede “carta bianca” e lei mette a frutto le sue doti. Se oggi il Parco è quel che è (“Il più innovativo d'Europa”, parole e musica di Louis Bergeron, il vate dell'archeologia industriale), Alessandra può ben vantare meriti. La storia di questi ultimi anni è nota ai più (e anche noi l'abbiamo molte volte ripercorsa) ma il bilancio  finale qual è? Fabbrizzi è ora “esiliato” a Piombino, dopo altalenanti fortune politiche: versate due lacrimuccie di prammatica, Alessandra è passata già oltre. Come in Dieci piccoli indiani tutto lo staff del Parco è stato “fatto fuori”, mentre lei di gradino in gradino scalava posizioni, fino ad ergersi come la Zarina delle Rocce (come l'appellano a Gavorrano, in alternativa al più sbrigativo la Rossa). Infatti, da “coordinatrice delle Porte del Parco” sotto la gestione-Corsi, diventa brevi manu Direttore con quella Agresti. Al quale devono esser fischiate le orecchie se si è affrettato ad incoronarla con pieni poteri, sorvolando sui giudizi poco benevoli (eufemismo) che all'inizio della sua nomina la Casini gli riservava in privato confidandosi con i suoi collaboratori. Non è stato del resto il solo: per restare in tema la “nostra” definì “un troglodita” il candidato PD destinato a subentrare a Fabbrizzi. Inutile aggiungere che il malcapitato venne clamorosamente trombato alle “primarie”. E ne sa qualcosa anche il successore di Fabbrizzi, quel Massimo Borghi che per ben due volte è stato disarcionato dalla carica di Sindaco. Lasciando stare le beghe di paese, c'è una vicenda legata al Parco che ancora oggi desta interrogativi. E' il giugno 2010: da due mesi il mandato di Corsi è scaduto, e tutti (o quasi) ne chiedono a gran voce la riconferma. Il Ministro Prestigiacomo, alla fine, si convince a firmare il decreto di proroga, ma proprio un attimo prima le giunge sulla scrivania un documento, firmato dal Presidente della Provincia e dai sette Sindaci del Consorzio, che recita grosso modo così: “Alla vigilia del riconoscimento Unesco, il Parco è senza guida. Il Ministro firmi subito la proroga dell'attuale Comitato di Gestione o nomini il nuovo Presidente”. Come a dire: guarda che se estrometti Corsi noi non ti faremo le barricate...
Il ministro capisce l'antifona, coglie la palla al balzo e decreta il cambio della guardia. Tornando a noi, quel documento ricalcava un ordine del giorno fatto approvare da Borghi al Consiglio comunale di Gavorrano giorni prima. I soliti “maligni” sostengono (per la verità, a quel che si sa, a torto) che ad ispirarlo fosse stata proprio la “nostra”. Ripetiamo: a noi risulta non vero. Però è anche vero che ad alcuni interlocutori che all'epoca le chiedevano ragguagli lei rispose che il documento aveva “una sua logica”. E così il “suo” Presidente venne ben presto messo nel ripostiglio dell'usato per far posto al nuovo. Sorvolando su Franco Rapezzi (“finalmente ora l'ufficio di presidenza non è più disorganizzato” potrebbe essere il suo epitaffio), braccio destro di Corsi, per i più la rottura più clamorosa è stata quella con Alessandro Baldasserini. Vabbè, qui c'è conflitto d'interessi, dovendo parlare del nostro Direttore. Ma per sei anni, lui in veste di responsabile della comunicazione del Parco, era considerata la coppia più affiatata ed inossidabile. In questo caso, l'arte dell'usa-e-getta ha raggiunto livelli sopraffini. Un'esperienza amara, ancor più sul piano personale che professionale, per il nostro direttore che infatti ancora oggi evita di parlarne. Così come cambia discorso anche Roberto Farinelli, dell'Università di Siena e suo sodale ai tempi di Francovich, che preferisce non fare commenti su chi “adesso si nega persino al telefono”. Insomma, ora che il Direttorissimo (del Geoparco, dell'Istituzione GavorranoIdea, del Teatro delle Rocce: “She is the Boss!”, esclamò compiaciuto l'ispettore Unesco Valiakos) è lanciato nel firmamento nazionale, e gli attuali confini locali cominciano ad esserle stretti, c'è chi s'interroga: quale sarà il gradino successivo? Adesso, la “nostra” è culo e camicia con Maurizio Burlando, il Coordinatore nazionale del Forum dei Geoparchi italiani, che pare penda dalle sue labbra. Che sia lui la prossima vittima?
www.italiangeoparksproject.it

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