lunedì 11 marzo 2013

CAMERA CON VISTA / SARDEGNA: L'ISOLA DEL (GEO) TESORO


In vista del XII Meeting dell'European Geoparks Network che si svolgerà, per la prima volta in Italia, dal 4 al 6 settembre nel Parco del Cilento passiamo in rassegna gli 8 geoparchi italiani. Prima tappa: SARDEGNA.
di Sacha O' Rourke
GEOPARCO: sinergia tra risorsa ambientale e risorsa economica; estensione del territorio tale da influenzare l'economia locale, grazie al particolare patrimonio geologico-morfologico ed eventuale valore educativo; sono anche necessari un certo numero di siti geologici a testimonianza dell'evoluzione del paesaggio o del valore geologico, culturale e archeologico.
PARCO GEOMINERARIO STORICO AMBIENTALE DELLA SARDEGNA
superfice: 3771 km2
regione: Sardegna
zona province: Carbonia, Iglesias
gestione: Consorzio del Parco; LIPU BirdLife Italia
Storia
Durante il corso dei secoli, il susseguirsi dei popoli che si è stanziato sull'isola ha usufruito o è stato legato all'attività mineraria, dal commercio di ossidiana fino alla realtà agro-pastorale, dando vita ad un'immenso e prezioso bagaglio culturale.
Nel 1997 a Parigi, l'UNESCO durante l'assemblea generale riconosce formalmente il valore della cultura mineraria Sarda, diventando il primo Parco della rete mondiale dei geositi-geoparchi; ma solo nel 2001 , grazie ad un decreto ministeriale, viene di fatto istituito e organizzato sul piano regionale.
Confermandone l'importanza internazionale, nel 2007, entra a far parte della rete europea e globale dei Geoparchi. Attualmente, è “sotto esame”, dopo il cartellino giallo comminato nel settembre 2011 dal Coordination Committe dell'European Geoparks Network.
Territorio e Miniere
Le 8 aree, contenenti ben 81 comuni, presentano peculiarità storiche, ambientali e geologiche, facendone il parco più esteso della nazione.
Il fascino storico si intreccia alla straordinaria natura sarda e ne costituisce una singolare attrazione turistica: è in atto un progetto finalizzato a creare una rete di sentieri per poter visitare il geoparco a piedi, in bici o a cavallo e una campagna volta alla sensibilizzazione di coscienza ambientale, sviluppo sostenibile e alla promozione del turismo responsabile.
La Sardegna presenta una notevole geologia, oggi ritenuta la più completa d'europa.
Chilometriche gallerie, pozzi d'estrazione e impianti minerari unici al mondo decorano i territori dell'isola rendendoli così straordinariamente suggestivi; insieme alle falesie, alle foreste selvagge, ai faraglioni calcarei e alle sconfinate spiagge bianche incorniciate dal blu intenso del mare danno vita ad una ricchissima biodiversità, la quale caratterizza l'indescrivibile varietà floristica e faunistica del parco.
Caratteristiche delle 8 aree
Monte Acri: (entroterra) zona centro-occidentale; in seguito alla colonizzazione di piccole comunità neolitiche (IV mill.a.c.) è diventato il primo distretto estrattivo, fruendo dei ricchi giacimenti di ossidiana, vetro vulcanico ricercato nell'età premetallurgica per la produzione di metallo e strumenti da taglio.
Orani, Guzzurra, Sos Enattos: territorio intorno ad Orani e siti minerari e naturalistici di Lula; nel periodo seguente al neolitico estraevano talco per produrre ornamenti e statuette. Oggi la zona presenta notevoli giacimenti di feldspati, talco e numerose cave; mentre Sos Enattos, usata sin dall'epoca Romana, è una miniera di giacimenti metalliferi che presenta strutture esterne e pozzi sotterranei ancora intatti.
Funtana Raminosa: zona centrale; presenta un'ambiente naturale prosperoso e vergine, popolato da una ricca fauna; dall'età eneolitica, ha un ruolo significativo nella storia metallurgica del rame, di grande valore archeologico i siti di estrazione di ferro e carbone.
Argentiera, Nurra, Gallura: miniere della Nurra e antiche cave della Gallura; la prima parte, miniere di Argentiera e Canaglia gia attive dal periodo romano presentano giacimenti metalliferi, rendendo l'area il più importante distretto metallurgico del secolo scorso; la seconda è principalmente puntiforme, caratterizzata da cave di granito.
Serrabus, Gerrei: zona sud-orientale; dall'epoca delle invasioni fenicie e puniche vengono sfruttati i giacimenti metalliferi, in particolare l'argento del Serrabus estratto tra l'800 e il 900 mentre l'antimonio del Gerreis risulta chiuso da neanche vent'anni.
Arburese, Guspinese: la zona è un'importante distretto minerario,dove produzione, tecnologia ed economia hanno segnato profondamente l'evoluzione di popolazioni locali, ambiente e inciso la storia dell'industria mineraria Italiana.
Sulcis: zona sud-occidentale e comprende le isole di Sant'Antiocco e San Pietro; dall'800 fino alla seconda metà del 900 c'è stata un'intensa attività mineraria,tra i principali quella carbonifera di Serbariu, quella metallifera di Rosas, Orbai, CapoBecco e SanLeone; l'area è un prezioso patrimonio ambientale, data la presenza di oasi naturali e monumenti geologici.
Iglesiente: zona sud; le rocce sono databili all'età paleontologica, infatti le ricchezze del sottosuolo hanno attratto interesse dalla civiltà Nuragica e Romana fino al periodo medievale di cui la stessa città, Iglesias, è espressione; oggi, a Gonnesa, troviamo l'unica miniera ancora attiva in Italia.

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