giovedì 9 giugno 2011

REFERENDUM: 12-13 giugno, una prova di maturità

di ALESSANDRO BALDASSERINI
E' con un certo orgoglio che apriamo questo numero “speciale” dedicato al Referendum con l'articolo di Philip Rushton, “firma” ambientale di fama mondiale, con il quale abbiamo affrontato la questione del nucleare. Che, come ha brillantemente spiegato, riveste implicazioni che travalicano i nostri confini nazionali. Ciò sta a significare che l'appuntamento del 12 e 13 giugno sarà anche – e soprattutto – un test di maturità per tutti noi. A cominciare dal raggiungimento del quorum. Dopo la decisione della Germania e, seppur passata sotto silenzio forse ancor più significativa, della Svizzera di rinunciare al nucleare, il voto italiano assume un'importanza fondamentale. Possiamo fallire questa occasione storica per mettere definitivamente una croce sopra le centrali nucleari? Ma, soprattutto, che immagine uscirebbe del nostro Paese all'estero se il fatidico quorum non venisse ottenuto, se mancassimo questo fatidico appuntamento? Quella, inevitabilmente, di un'allegra, sconclusionata e sconsiderata “espressione geografica” abitata da “tronisti” e “veline”, irresponsabile evoluzione dei “nani e ballerine” degli anni '80 che, pur tuttavia, nel 1987 alla gita al mare preferirono andarono a votare il referendum e affossare la costruzione della centrale di Montalto di Castro.
Vogliamo, dunque, prenderci il destino nelle nostre mani? Crediamo nella possibilità di dare una svolta a questo Paese? E, come ha scritto Philip Rushton (che non potrò mai ringraziare abbastanza per l'onore che ha concesso a questa piccola e tenace testata), desideriamo inviare “un esempio primario di un popolo che impone la sua volontà su un governo corrotto e sull’implacabile lobby nucleare”? Certo, parole forti, che forse solo un giornalista straniero poteva avere il coraggio di mettere nero su bianco. Ebbene, vogliamo tutto ciò? E allora, domenica e lunedi andiamo a votare: e votiamo SI.
Ci hanno provato, e ci provano anche in queste ultime ore, a farci disertare le urne. Prima con la “moratoria” sul nucleare. Poi, vista la sentenza della Cassazione, con il ricorso in extremis alla Consulta per evitare il quesito “aggiornato” e magari contando sul caos nelle schede degli italiani all'estero (ma, detto tra noi, perchè chi ha scelto di starsene in un'altra nazione dovrebbe decidere per me che sono rimasto qua?). Tutti sforzi per depotenziare la tornata referendaria ed evitare il quorum. Sì, perchè è proprio questo che temono: che il 50%+1 vada a votare. Perchè il risultato finale, in cuor loro, già lo sanno: vittoria, ma che dico: trionfo!, del Sì. Contro il nucleare e per l'acqua “bene comune” e soprattutto DIRITTO di tutti. Già, fateci caso: non solo i filo-nuclearisti (peraltro scomparsi dopo il dietro-front tattico del Governo) ma anche i “Promotori del NO” ai Referendum sull'Acqua predicano l'astensione. Non fanno propaganda, motivando le loro “buone ragioni”, per convincerti a votare “No”: macchè, semplicemente ti dicono “non andare a votare”. Che strano: eppure, nelle loro dichiarazioni, sembrano così sicuri del fatto loro, così assertivi nel bollare come “demagogici” i due referendum sull'Acqua. “Senza i privati non potremo modernizzare la rete idrica. Servono 60 miliardi (poi diventati 100, infine – Enrico Cisnetto dixit – saliti a 120) per le infrastrutture, vanno cambiate le tubature. Il 40% - e poi il 50, il 60%, chi offre di più? - dell'acqua si perde nelle condutture colabrodo. I Comuni non hanno i mezzi, le tariffe saliranno, sarà tutto un magna-magna dei partiti, sarà un disastro...” e via così. Va bene, ma allora perchè non provate a convincere la gente che sta per prendere un grosso abbaglio?
A proposito di acqua, abbiamo voluto prendere come esempio per tutti l'Acquedotto del Fiora, roba di casa nostra (e mia). Più sotto, troverete un brillante (e molto documentato) articolo del collega senese Umberto De Santis, che si limita per l'appunto a parlare della situazione di Siena. Qui, a beneficio del presidente della società Claudio Cerioni che ha preso posizione nei giorni scorsi, mi limito solo ad evidenziare alcuni dati di fatto. Prendete nota...
Dunque, l'Acquedotto del Fiora è una SpA al 60% pubblica e 40% privata. Ha chiuso il bilancio 2010 con 4 milioni e mezzo di euro in attivo. Nel 2009 erano “solo” 2,5 milioni: quindi un bel +2 milioni. Le “utenze” sono salite da 227.000 nel 2009 a 231.000 nell'anno successivo. Ma, a fronte di ciò, nell'ultimo anno sono stati erogati 30 milioni e mezzo di metri cubi d'acqua, nel nel 2009 erano stati 30 milioni e 900mila, e cioè ben 400.000 metri cubi in più. (Nota bene: i dati sono ricavati dalla loro Relazione di Bilancio).
Ergo: avendo erogato nel 2010 quasi mezzo milione di metri cubi d'acqua IN MENO, da dove derivano quei 2 milioni di euro IN PIU'? Penso male ma ci azzecco se dico che provengono dall'aumento delle tariffe? E sbaglio se scrivo che in Provincia di Grosseto si pagano le bollette più 
salate – ci batte solo Lucca – della Toscana? Ed è vero (studio di “CittadinanzAttiva”) che l'Acquedotto del Fiora “vanta” il 54% (percentuale più alta in Regione) delle perdite di acqua dispersa nella rete?
Peraltro, che quello della dispersione sia un problema lo ha ammesso pubblicamente più volte lo stesso Cerioni. E allora: dato che siete stati voi a dare un valore patrimoniale all'acqua, che rappresenta il “core-business” dell'azienda, e quindi la principale “risorsa” economica e finanziaria, e dato che la SpA è a maggioranza pubblica, si può evincere che queste perdite rappresentano un danno erariale da sottoporre alla Corte dei Conti per l'eventuale risarcimento “in solido” da parte degli Amministratori?
Come vedete, io mi limito semplicemente ad applicare la “loro” logica commerciale e di mercato, che gli consente di mettere a bilancio un utile di oltre 4 milioni di euro a fronte di 400.000 metri cubi di acqua erogati in meno...
Pensateci bene... E dopo averci pensato, domenica e lunedi andate a votare: SI! Ricordate: H2O, H2.0: il Futuro Possibile.
P.S.: Ci siamo occupati esclusivamente dei referendum che ci riguardano da vicino come testata giornalistica ambientale. Ovviamente, il SI vale anche per il “Legittimo impedimento”: perchè la Legge è, e deve essere sempre, uguale per tutti.

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