di SACHA PAGANINI
Alla vigilia della semifinale mondiale di pallavolo di Roma 1978 contro la favoritissima Cuba, il CT della nazionale azzurra (ancora ben lontana dai fasti degli anni '90) Carmelo Pittera disse: “Per vincere, bisognerà che 2+2 faccia 5”. Come a dire: un fatto del tutto irrazionale. Impossibile.
Irrazionale, come tutto quello che finora è avvenuto intorno al Parco Nazionale delle Colline Metallifere. Ma che ora, sulla base delle informazioni raccolte da HeartonEarth Report, comincia ad avere un senso... Indiscrezioni, rilasciate dietro la garanzia del più rigoroso anonimato, raccolte tra Roma e la provincia di Grosseto, che raffigurano uno scenario univoco, concordante e molto aderente alla realtà o quanto meno alla verosimiglianza. Siamo, insomma, un po' più in là delle mere ipotesi: se poi tutto ciò avverrà concretamente, non bisognerà aspettare molto per saperlo.
Vediamo come. In base a colloqui intercorsi, il Ministero dell'Ambiente (se non interverranno cataclismi politici a Roma...) avrebbe garantito entro la fine del mese, o al massimo nei primi giorni d'agosto, la proroga del mandato al presidente Luca Agresti. La proroga dovrebbe essere di sei mesi, cioè fino a gennaio, ma non è esclusa la durata di un anno. Contestualmente, verrebbe firmato anche il decreto di nomina del Comitato di Gestione, che potrebbe così finalmente insediarsi, prendendo per buona la “rosa” dei nomi già a suo tempo indicati, e cioè: per la Regione, Annarita Bramerini; per la Provincia, Leonardo Marras; per la Comunità Montana Colline Metallifere (in attesa di sapere quale fine faccia) Marcello Giuntini; quale rappresentante dei sette Comuni, il Sindaco di Massa Marittima Lidia Bai, che andrebbe ad assumere la carica di Vicepresidente; infine, per il Ministero dei Beni Culturali, sciolti gli stranamente ingarbugliati nodi procedurali, il Direttore dei Beni Culturali della Toscana Maddalena Ragni, che già ricopre questo incarico presso il parco “gemello” dell'Amiata, in sostituzione di Mario Augusto Lolli Ghetti.
La “mission” a cui il nuovo organismo sarà chiamato ad assolvere è una e ben precisa: varare lo Statuto del Parco, secondo le linee-guida indicate dallo stesso Ministero. Niente fughe in avanti (vedi Fondazione), bensì la riproposizione dell'attuale modello con qualche modifica, soprattutto se (come sembra) l'ufficio legislativo del Ministero dell'Ambiente starebbe studiando una nuova normativa in merito allo status giuridico dei parchi geominerari di cui, però, al momento non è dato nulla sapere, forse perchè le idee non sono ancora del tutto chiare (tramutarli in Enti anziché Consorzi?).
Tra le possibili novità, l'istituzione dell'Assemblea (solo consultiva?) della Comunità del Parco e la figura del Direttore, o forse sarebbe meglio parlare del Manager del Parco. Figura, come vedremo, che assumerà un rilievo molto importante, per non dire predominante...
Come detto, presumibilmente la proroga e relativo incarico dovrebbero avere la durata di 6 mesi come sembra sia diventata consuetudine al Ministero: dal 1 agosto al 31 gennaio. Ricordatevi di gennaio: è una data significativa...
Ed eccoci al punto centrale della questione. Finalmente nel pieno dei poteri e funzioni, Presidente e Comitato lavorerebbero alacremente per redarre lo Statuto, in cui vengono ventilate alcune grosse novità inerenti la struttura organizzativa e logistica del Parco.
Starebbe prendendo corpo, infatti, l'ipotesi di un cambio di sede. Ci sarebbe chi vedrebbe di buon occhio il ritorno degli uffici di Presidenza, Direzione e Tesoreria in Provincia: per un miglior coordinamento, è la giustificazione. Per avere un pieno e totale controllo sul Parco, replicano i (pochi) contrari, rievocando il massiccio (e determinante) intervento dell'Ente provinciale in occasione dell'Operazione Unesco lo scorso agosto.
Le motivazioni possono essere le più disparate, ma sostanzialmente sono tre: in primo luogo, il ventilato (e fin qui mai smentito) trasferimento dell'attuale coordinatrice delle “Porte del Parco”, Alessandra Casini, dal Comune di Gavorrano a Piazza Dante, dove andrebbe ad assumere un ruolo dirigenziale. A quel punto, con la sede istituzionale riportata a Grosseto, la Casini (in forza alla Provincia) avrebbe l'opportunità di essere incaricata a pieno titolo Manager del Parco, o Direttore che dir si voglia, senza che si debba ricorrere all'apposito concorso pubblico come prevede la legge, essendo già un dirigente dell'Ente di cui il Parco si avvale per la sua gestione tecnico-amministrativa. E tutto questo quando potrebbe accadere? A gennaio, per l'appunto, dopo che la convenzione tra Parco e Comune di Gavorrano – in scadenza a fine anno – non verrebbe rinnovata.
Anche perchè, ecco il terzo motivo, il feeling tra Parco e Gavorrano starebbe scemando, soprattutto dopo le ultime esternazioni del Sindaco Massimo Borghi che vorrebbe portare nella struttura dei Bagnetti gli uffici comunali, con ciò rimettendo in discussione il progetto museale predisposto proprio dalla Casini. Compresa l'Enoteca, che Borghi vorrebbe invece installare nel Palazzo Comunale liberato.
Così facendo, nei sette Comuni delle Colline Metallifere rimarrebbero le “Porte del Parco”: ma, considerata anche l'attuale (e nuovamente instabile) situazione politico-amministrativa, Gavorrano non sarebbe più la Porta “centrale”. Essa, con Lidia Bai Vicepresidente, verrebbe trasferita a Massa Marittima – dove non hanno mai digerito quello che considerano lo “scippo” della sede da parte dei gavorranesi – che diventerebbe così la sede operativa sul territorio, con il coordinamento delle “Porte”. Già circolerebbe, peraltro, la voce della successiva nomina di una vice-coordinatrice (sotto, ovviamente, la supervisione della Casini), indicata nell'attuale responsabile della “Porta” massetana, Giovanna Santinucci, dopo che l'altra possibile candidata, Roberta Pieraccioli, si sarebbe chiamata fuori per i ruoli e le mansioni che già l'impegnano (vedi la Rete Museale provinciale).
Il cerchio sarebbe così chiuso, lasciando infine alla figura del Presidente un ruolo preminentemente rappresentativo.
In questo contesto, ci si chiede, cosa farebbe Gavorrano e – soprattutto – il Sindaco Borghi? Bella domanda, considerato – sempre a proposito di coincidenze – che in questo momento ha altre gatte da pelare. Dopo esser stato disarcionato dal PD lo scorso settembre, e venendo rieletto a furor di popolo a maggio, il primo cittadino rischia nuovamente di essere mandato a casa: il prossimo 8 settembre, infatti, la Prefettura dovrà pronunciarsi sulla sua presunta “ineleggibilità”. In tal caso, sarebbe costretto a lasciare il posto al suo vice, Elisa Iacomelli, che dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione in attesa di riconvocare le elezioni (le terze in 3 anni). E qualcuno, con malcelata perfidia, ricorda come la Iacomelli, in qualità di presidente di “GavorranoIdea”, abbia già a suo tempo collaborato in piena sintonia con il Direttore dell'Istituzione comunale (indovinate chi? Alessandra Casini, ça va sans dire), avallandone tutti i progetti.
Insomma: e se 2+2 facesse davvero 5? Per la cronaca: in quell'incredibile pomeriggio del 1978, Italia-Cuba finì 3 a 1 per noi...
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