lunedì 18 febbraio 2013

PARCHI GEOMINERARI / LEGGE 394: SOLUZIONE VECCHIA PER PROBLEMI NUOVI


di RICCARDO di ROBILANT
A prima vista, la proposta avanzata dal deputato PD Luca Sani (che troverete dettagliatamente riportata più sotto) e fortemente caldeggiata anche dal presidente di Federparchi Giampiero Sammuri sembrerebbe concreta e sensata, e andrebbe a correggere un'anomalia: infatti, i quattro Parchi geominerari (Colline Metallifere, Sardegna, Amiata e Marche) pur essendo “Nazionali” e dipendenti dal Ministero dell'Ambiente, non ricadono sotto la Legge quadro 394 di cui da tempo s'invoca la riforma. Pur tuttavia, a ben guardare, essa appare una soluzione vecchia a problemi nuovi. Innanzi tutto, non è vero che l'inserimento a pieno titolo dei parchi tematici nella normativa che disciplina i parchi nazionali garantirebbe la certezza di maggiori finanziamenti: essi già partecipano alla ripartizione annuale dei fondi che il Ministero destina alla gestione delle aree protette, e i tagli finanziari avvenuti in questi ultimi anni hanno coinvolto tutti i parchi, 394 o non. Le risorse a disposizione sono quelle e c'è ben poco da scialare... E poi, verrebbe meno la filosofia per cui questi parchi tematici, definiti di “nuova generazione” erano stati istituiti: non una “sovrastruttura” dominante gli enti locali, bensì un “parco diffuso” aperto alla cogestione, con un apparato snello dal minimo impatto in termini finanziari, con costi contenuti e fatte salve le prerogative dei Comuni. Rientrare nella Legge 394 significherebbe, invece, allo stato attuale, creare un Ente Parco con una propria pianta organica (e relativo aumento dei costi di gestione) e perimetrare le aree di competenza dove gli Enti locali dovrebbero cedere gran parte della loro “sovranità” per quanto riguarda la gestione del territorio. Tutte questioni che, certamente, in fase di discussione, la riforma della Legge 394 affronterà in un'ottica nuova, dove potranno trovare “cittadinanza” anche i parchi tematici; ma, nell'attesa, così com'è l'attuale normativa è ormai superata e non risponde alla domanda fondamentale e ormai inderogabile: come reperire e garantire nuove risorse certe per la vita dei Parchi? Nel frattempo, il dibattito è aperto.

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