lunedì 9 luglio 2012

GEOPARCO SARDEGNA / LA VISITA AL PRESIDIO DI VIA OSLAVIA








GEOPARCO SARDEGNA / E L'UNESCO SI IRRITA...


di Filippo Forte
A Digne les Bains, Alta Provenza, sede della segreteria generale dell'European Geoparks Network, ogni settimana sulla scrivania di Sylvie Giraud - “braccio operativo” del Coordination Committee – viene puntualmente recapitata la rassegna stampa continentale che riguarda tutti gli articoli dedicati ai Geoparchi della Rete Unesco, che Madame legge sempre con scrupolosa attenzione. Nella lista c'è anche, ovviamente, heartonearth Report, che stando ai “si dice” pare che venga passato al setaccio con la lente d'ingrandimento. Non poteva quindi certo passare inosservata l'intervista, pubblicata nel numero scorso, al Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, Francesco Usalla. Intervista che, stando ad indiscrezioni che abbiamo raccolto, in cambio del più rigoroso anonimato, da qualificate fonti, avrebbe suscitato perplessità per non dire una certa irritazione negli ambienti dell'EGN. Per essere più precisi, il termine utilizzato per illustrare lo stato d'animo di madame Giraud alla fine della lettura è stato “genée”, di difficile traduzione ma che in italiano si può sintetizzare con “infastidita” anche se non rende appieno l'idea. A turbare gli ovattati umori del Coordination Committee sarebbero state alcune frasi del Direttore riportate nell'articolo che mal si conciliano con lo stile low profile raccomandato dall'Unesco, ed in particolar modo quelle inerenti il “cartellino giallo” comminato al Parco lo scorso anno. Di “dubbio gusto”, sempre secondo le nostre fonti, sarebbero stati inoltre considerati i commenti rivolti alla situazione di altri Geoparchi. Insomma, non certo il modo migliore per rilanciare l'immagine del Parco geominerario della Sardegna e per preparare il terreno in vista dell'esame di “riparazione” del prossimo anno. Anche perchè, vien fatto notare, altri parchi sono “commissariati”: come ad esempio il Geoparco delle Madonie – il prossimo italiano ad esser posto “sotto osservazione” e ricevere l'ispezione di verifica della Commissione Unesco – ma che svolge un'intensa attività portata avanti dal Direttore Francesco Licata di Baucina e con l'infaticabile Salvatore Li Puma partecipa alle iniziative dell'EGN, come l'organizzazione della “Settimana dei Geoparchi europei” (vedi il Report n° 8) o la pubblicazione dell'elegante “Atlante dei Geositi”. Come a dire: c'è Commissario e Commissario. E Direttore e Direttore...

GEOPARCO SARDEGNA / LA FUMATA GRIGIA E LA "MANO DIVINA"


di ALESSANDRO BALDASSERINI
Il “crampo alla mano” deve essere una malattia contagiosa. Affetto da questo morbo, il Governatore della Sardegna Ugo Cappellacci deve averlo trasmesso al Ministro dell'Ambiente Corrado Clini se, nel corso del tanto sospirato incontro a Roma, il Protocollo d'Intesa per porre fine alla quinquennale gestione commissariale del Parco geominerario della Sardegna non è stato firmato, come nelle legittime aspettative delle Associazioni della Consulta che la sollecitano da ormai più di nove mesi. Anzi, in questo atteso “faccia a faccia”, della fatidica questione non se ne è proprio parlato, sebbene fosse stato lo stesso Ministero a porla sul tavolo come premessa per il rilancio del Parco. Insomma, dal vertice si è usciti con una “fumata grigia” che lascia le cose come stanno. Unico “contentino”, una congiunta dichiarazione d'intenti per “promuovere il Parco a eccellenza europea”, con una non meglio specificata iniziativa di “largo respiro” per rilanciarne l'immagine e l'attività. Come suol dirsi, acqua fresca. Apprezziamo lo sforzo, per carità, ma ci vuol ben altro: perchè il tempo stringe e la situazione, come spieghiamo nei servizi seguenti, si sta deteriorando. Ora, possiamo capire la soddisfazione di Cappellacci, che continua a non pagare pegno; ma francamente non riusciamo a comprendere il Ministro Clini: se davvero crede nel Parco, deve accelerare i tempi. Serve subito una virata: o aspettiamo che la “mano divina” si posi, dopo quella di Schettino, sulla testa di Capppellacci?

martedì 3 luglio 2012

GEOPARCO SARDEGNA / ECCO I PERCHE' dell'AMMONIZIONE


LE MOTIVAZIONI DELL'UNESCO
di Filippo Forte
Il Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, Francesco Usalla, dice di non aver ancora capito perchè il Coordination Committee dell'European Geoparks Network abbia comminato il “cartellino giallo”, anticamera dell'esclusione dalla Rete Unesco, al suo Geoparco. Concedendo che, all'epoca dei fatti, Usalla non ricoprisse ancora tale incarico (e infatti ha preso il posto di Luciano Ottelli che rassegnò dignitose dimissioni, al posto di qualcun altro...), ci permettiamo di spiegarglielo noi. Prima, un breve ripasso: ogni 4 anni, i Geoparchi che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco ricevono un'ispezione di controllo: la Commissione, cioè, deve verificare se in questo lasso di tempo il parco messo “sotto osservazione” ha rispettato gli standard di qualità e i criteri programmatici sottoscritti al momento dell'ingresso nel Network. Com'è risaputo, il Comitato si esprime attraverso i “cartellini”: verde, tutto ok; giallo, ammonizione (in quel caso, si concede un lasso di tempo per mettersi in regola, rispettando le prescrizioni dell'Unesco); rosso, espulsione diretta (ma solo in casi di grave inadempienza). Avendo preso visione delle motivazioni, nel caso della Sardegna si dovrebbe parlare di “cartellino arancione”. I dirigenti del Geoparco sardo minimizzano sostenendo che l'ammonizione sarebbe dovuta al fatto che manca la pianta organica. Purtroppo non è così: come del resto ha dovuto ammettere lo stesso Usalla al nostro Direttore, altri parchi sono nella stessa situazione (Colline Metallifere) o sono commissariati (Madonie). Dunque? Vediamo intanto quali sono i principali parametri che devono essere rispettati: 1) management; 2) attività; 3) “unicità”; 4) partecipazione; 5) coinvolgimento. E allora? Management: il parco è commissariato da 5 anni, non ha pianta organica ma – soprattutto – non ha un management, dato che i tecnici (geologi, archeologi, esperti di marketing) non ci sono o sono stati mandati a casa da Granara quando ha smantellato la struttura creata da Pinna. Attività: Usalla sarà pure un “operativo” ma qual è l'attività del Parco? Praticamente, è dal 2009 che non si segnala un'iniziativa del Geoparco della Sardegna (a parte le sagre...). Unicità: un insieme di geositi non sono un Geoparco. Al momento è questo che manca: i vari siti museali e percorsi non sono collegati tra loro, manca una “rete” che li unisca, a cominciare dalla pannellistica carente. Partecipazione: il Geoparco della Sardegna da tempo latita nelle iniziative dell'European Network (per esempio: sono due anni che non organizza la Settimana europea dei Geoparchi). Coinvolgimento: basta vedere come sono considerate e trattate le Associazioni della Consulta... Caro Usalla, adesso ha capito?

lunedì 2 luglio 2012

GEOPARCO SARDEGNA / "SU MINADORE"


di Gavino Dettori
Un'isforradu niedhu a mesu costa, chi parede sa ucca de s'inferru:
minieras de carvon'e de ferru, chircadas preda preda sutta e crosta.
In galleria funguda e male posta, no connosches'istiu ne ierru:
est sa tumba de s'omine iu, candho ndhessis se prus mortu che biu.
Su manzanu ti crama sa sirena, chi pared'una oghe de piantu.
Unu lamentu chi t'intrad'invenas, t'infrittada su coro tottugantu.
Intras'in boidas carenas, t'ingullidi sa terra in d'unu lampu.
Su bisonzu ti cramad'a s'intrada, isperas ancora in vida sa torrada.
Sa terra est totta isboidada, dae poveros chi iscavan minieras,
sighende filos de onzi manera, de minerales a minas pesadas.
Prummones e bucas'impastadas, de pruer'e a lungh'e lumèra.
Totu pro ti alanzare sa vida, ma incurtziandhe ses sa dispedida.
Sa zente est sempre cumandhada, dae chie su mundhu at dominadu.
De onzi bene s'est impossessadu, pro ateros pius cosa non b'ada.
Sa vida la alanzas chin suore, ma pro issos non tenede valore.
Oe su suffrimentu est finidu, nessunu est prus suttaderra.
Non prus triballendhe a mattaterra, pruere alidendhe e illivrinidu.
Cantu babbos nostros'an suffrìdu, non podimus'oe irmentigare:
sa siendha depimus chircare, cussu chi de sutta est su boìdu.
Tottu est iscrittu suttaderra, a punta de piccone e de matzetta,
chirchendhe minerales'a minetta, pro arrichire cumandhantes in terra.
Oe bi cherimus torrare, in bisita pro lezere sos'iscrittos.
Minieras, castedhos e registros, a s'istoria valore est'a li dare.
Sos terrinos puru a risanare, pro ndhe podere tottu godire,
sos minores puru pro ischire, contr'a s'isfruttamentu est a lottare.
S'isfruttamentu e su suffrimentu, de s'omine in carenas peleadu,
ca riposu mai l'ana dadu, attendhelu a s'isfinimentu.
Su dirittu a sa vida est gherradu, chin sambene e suore sufridu,
su poveru mai at godidu, fintzas sa vida l'an furadu.
Cussa vida però no est perdìda, in sa cussentzia la tenimus bia,
chi non sutzedada un'atera ia, sos zovanos la tenzan'ischìda.
Sun mortes pro sa tzivilidade, siana pro onzunu de ammentu,
sia de onzunu s'intentu: libertade e rispettu a tottu dade.

GEOPARCO SARDEGNA / IN VIA OSLAVIA ASPETTANDO L'ORA X


dal nostro inviato ALESSANDRO BALDASSERINI
Quando il traghetto entra nel porto di Cagliari, mi si stringe il cuore: siamo l'unica nave all'attracco. Ti volgi per 180° e scruti il deserto: a sinistra, i docks industriali sono abbandonati, in un balenar di ruggine che avvolge le gru, tranne una vecchia “carretta” semi-affondata che chissà da quanto tempo è lì. A destra, invece, scorgi il desolato luccichio della nuova darsena vuota: doveva accogliere le navi da crociera, per il rilancio del porto. I lavori sono costati 600 milioni di euro, salvo accorgersi (dopo...) che i fondali non erano sufficientemente alti per permetter loro di attraccare. In parole povere, oltre un miliardo di vecchie lire buttato letteralmente a mare... E sapete a chi dobbiamo questo capolavoro? Ad Antonio Granara, all'epoca Presidente dell'Autorità Portuale. Ecco, questo è il biglietto da visita, arrivando a Cagliari, dell'attuale (ancora per poco, ormai) Commissario del Parco Geominerario della Sardegna... All'arrivo al Presidio di via Oslavia, accolto da Giampiero Pinna, mi sento subito a casa. A ricevermi, un gruppo di persone che, pur non ancora conoscendole, le “sento” amiche. Molti di loro leggono il nostro Report, c'è chi chiede come fare per trovare i vecchi numeri su internet, ma sono io ad essere orgoglioso di aver ottenuto la loro stima. Da oltre 270 giorni la loro “casa” è un camper, corredato da un gazebo, parcheggiato alla fine della stretta via sotto il sole cocente. Ma il loro entusiasmo, e la loro fermezza, è contagiante. Ai lati, gli striscioni delle varie associazioni di ex minatori, insieme a quelli di Italia Nostra e LegAmbiente; e poi i manifesti, da quello con “VERGOGNA!” ricordando il cartellino giallo dell'Unesco a quello del Presepe vivente, fatto sulla scalinata a latere nei giorni di Natale. E poi quello che ricorda la marcia nei siti del parco, a cui hanno partecipato oltre 1.500 persone; ed infine quello che racchiude il senso di tutto ciò, a caratteri cubitali: “Non chiediamo nulla per noi ma per il futuro delle nuove generazioni”. Di fronte, il muro di cinta e il pesante cancello che cela la Presidenza della Regione. Il camper sembra un fortino sperso nel deserto, ma è Cappellacci l'assediato. E uscirà di lì solo per recarsi a Roma, per firmare la “resa”. Aldo, Gavino, Angelo, e mi scuso con tutti gli altri che non cito: il clima è sereno. La “forza tranquilla” di chi sa che la vittoria è solo questione di giorni, forse di ore. Il cancello di fronte si apre lentamente, quasi timoroso, per far entrare o uscire assessori e funzionari. Sembra quasi che abbiano paura, dico a “Ninni” che annuisce, cosa paventano? Una vostra irruzione? “In effetti – risponde – ci avevamo pensato. Ma questa è una manifestazione pacifica. Noi siamo per il dialogo”. Che cercano ogni giorno, con quel “potere” sordo ed arrogante. L'infaticabile Pinna è sempre al telefono, chiama, contatta, sollecita: il direttore generale della Regione, la dottoressa Massidda, risponde, promette, prende tempo. Ma ormai il calendario è lì, inesorabile, a ricordare che il tempo è scaduto. Osservo Pinna e capisco il perchè di cosiffatto ostracismo da parte della “nomenklatura”: è perchè li fa sentire inadeguati, fa capire alle persone la differenza che passa tra un manager serio, preparato e coerente da un amministratore incapace e inetto. Ecco perchè scappano, sfuggono al confronto, per loro impietoso. Chi esce da quel cancello tira dritto, fa finta di non vederci. Poi qualcuno, assicuratosi di non essere visto, torna indietro, fa un timido cenno di saluto. Un paio di essi, consiglieri regionali (fiutato il vento?) si fermano anche a parlare, voltandosi sempre per paura di essere “scoperti”. La gente, dico le persone “normali”, no: passano, incitano, chiedono, s'informano. Al gazebo c'è aria
di festa: una spaghettata con le cozze (mamma mia che buona!) è sempre pronta. Si affacciano anche i ragazzi del movimento
di Grillo, così come nei primi giorni il sindaco Zedda. La lotta travalica la Sardegna, ne parla anche TV7 su Rai1. Cappellacci arrenditi: sei circondato.

GEOPARCO SARDEGNA / USALLA: LE MIE VERITA'


ALESSANDRO BALDASSERINI
Non immaginava di trovarmi lì: l'ho capito da come ha abbassato lo sguardo, cercando nel frattempo di valutare e soppesare quell'inatteso (per lui, non certo per me...) incontro. Tra le doti che riconosco a Francesco Usalla, Direttore del Parco Geominerario della Sardegna, quella di essere un buon incassatore: si è subito ripreso ed ha accettato il confronto. Fosse salito sul ring, sarebbe stato un buon welter: rapido negli scambi, sgusciante, guardia alta e comunque corretto nel corpo-a-corpo. Quello che segue è il colloquio intercorso tra noi a Roma, lunedi 25 giugno, Sala Monumentale di Palazzo Chigi, al termine della cerimonia per le Destinazioni italiane d'Eccellenza (tra cui Guspini, rappresentata dall'Assessore ai Beni culturali Enrica Olla e Porto Flavio, sito del Geoparco minerario, e da qui il motivo della sua presenza e quindi della mia, dopo il mancato rendez-vous di Massa Marittima...), davanti al tavolo del buffet. Una doverosa premessa: quando un dirigente pubblico, in un'occasione pubblica, parla con un giornalista è consapevole che quanto dirà verrà pubblicato se non specifica espressamente che tutto ciò che dice è off the record. Queste sono le regole: e difatti, quando in un'occasione si è lasciato andare ad un commento aggiungendo “questo però sarebbe meglio non scriverlo”, mi sono scrupolosamente attenuto e non lo troverete nel testo. Per il resto, ecco le verità di Francesco Usalla: così è, se vi pare.
*****
Allora, dottor Usalla: come va il Parco?
“Bene. Quello di oggi è un riconoscimento importante. Ma so a cosa allude: mi sembra che il 3 luglio (in realtà sarà per il giorno 4, ndr) sia in programma l'incontro tra il Ministro Clini ed il Governatore Cappellacci. Così, finalmente, si abbasseranno i toni e spero che si possa tornare a parlare di progetti”.
E sul presidio delle Associazioni della Consulta del Parco non ha nulla da dire?
“Guardi, le ripeto: io sono un operativo e vorrei parlare di progetti. Non è vero che il Parco è in stallo. Abbiamo molti progetti in cantiere ma purtroppo si parla di altro...”.
Appunto: cosa pensa di fare in preparazione dell'esame Unesco del prossimo anno e come crede di evitare l'esclusione dalla Rete dei Geoparchi?
“Adesso, sperando che le acque si calmino, prenderò in mano la pratica e...”.
Scusi, vuol dire che ancora non l'ha fatto?
“Io sono arrivato da poco (otto mesi..., ndr) e dovevo guardarmi intorno. Comunque, le dicevo, ora studierò la pratica e con i nostri uffici vedremo il da farsi. Però, posso dire una cosa?”.
Ma prego... dica dica.
“Io non capisco perchè l'Unesco ci abbia ammonito. Altri parchi hanno gli stessi problemi, prenda ad esempio le Colline Metallifere: da un punto di vista formale stanno peggio di noi. Non hanno lo Statuto, non hanno un dipendente (se lo sentisse Alessandra Casini, a pochi metri di distanza...) eppure fanno le pulci a noi. Mah... A proposito, visto che ci tiene tanto, le manderò una bella scheda sulla sagra di S. Antioco, la più antica d'Italia!”.
Lo so, lo so... ben 657 edizioni.
“Vede, la questione è: il Parco deve sponsorizzare tutti gli eventi sul territorio? Fosse per me, solo quelli minerari...”.
Senta, a proposito: ma perchè lei e il Commissario Granara non siete andati all'assemblea della Comunità del Parco per l'approvazione del Bilancio?
Sorrisetto, sguardo a terra, di nuovo sorrisetto (intanto la Casini, lì a fianco, ci ascolta...): “Ci devo pensare...”.
In che senso? Non mi sembra una domanda difficile...
“Ora, appena rientro, verificherò”.
Ma cosa? Il Sindaco di Iglesias l'ha detto chiaro e tondo l'altra settimana al TGR sardo: non vi siete presentati...
“Ah, ha detto così? Non lo sapevo, grazie dell'informazione. Orà sentirò i nostri uffici, poi gli risponderò. Per iscritto. E ora, arrivederci”.

GEOPARCO SARDEGNA / PERCHE' E' UN CASO NAZIONALE


di RICCARDO di ROBILANT
Questo interamente dedicato al Parco Geominerario della Sardegna è un numero veramente speciale. Lo è per tre motivi: perchè esce a ridosso del 4 luglio, che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo, visti i precedenti...) essere la data della fatidica firma del Protocollo d'Intesa tra Ministero dell'Ambiente e Regione per porre fine alla quinquennale gestione commissariale; perchè contiene un bellissimo reportage realizzato dal nostro direttore, che per due giorni ha vissuto e condiviso speranze e disagi nel Presidio di via Oslavia insieme a quello straordinario manipolo di “eroi” della Consulta delle Associazioni del Geoparco che da 275 giorni cingono d'assedio il fortino nel quale si è rinchiuso Cappellacci; ed infine, perchè offre un vero e proprio “scoop”: il colloquio con Francesco Usalla, il Direttore del Parco, che stavolta non si è sottratto alle nostre domande. Ma è, soprattutto, un numero “speciale” perchè paradigmatico dell'attuale situazione che stiamo vivendo in Italia. Il caso del Parco Geominerario della Sardegna assurge a “caso” nazionale perchè è l'emblema da una parte delle enormi potenzialità che questo Paese potrebbe esprimere e dall'altra dei gravissimi guasti che una “cattiva” politica ed una pessima (oltre che inetta) classe dirigente combina irresponsabilmente provocando danni irreparabili. In tutto questo, però, il caso-Sardegna può divenire un messaggio di speranza: quando c'è serietà, coraggio, costanza, i buoni alla fine prevalgono. Pinna e compagni docet.