mercoledì 6 aprile 2011

Se tre indizi fanno una prova...

di ALESSANDRO BALDASSERINI
E' l'ora di mettere le carte in tavola: se “qualcuno” vuole commissariare il Parco Nazionale delle Colline Metallifere, lo dica subito chiaro e forte. E' dal 2008 che ci provano, con le motivazioni più fantasiose, ma non vi erano mai riusciti. Adesso, i loro sforzi stanno per essere premiati: ma con la complicità di chi? E, soprattutto, in base a quale accordo “politico”?
Abbiamo puntigliosamente ricostruito la vicenda del “ritardo” nella nomina del Comitato di Gestione: le “distrazioni”, le omissioni, le perdite di tempo. Ora altre verità vengono a galla. Per esempio, che il Parco “gemello” dell'Amiata ha visto a tempo debito prorogato il suo Comitato di Gestione fino al 31 dicembre 2011.
E che, udite udite!, in seno a tale Comitato il Ministero ha già provveduto a nominare la direttrice regionale dei Beni Culturali, Maddalena Ragni, in sostituzione del prof. Lolli Ghetti. Ma va? Quello che non è stato ancora possibile, dopo mesi e mesi, per il Parco delle Colline Metallifere lo è stato – in quattro e quattr'otto – per quello amiatino? Allora ai Beni Culturali sanno qual è la procedura da seguire... E al Ministero dell'Ambiente li sanno fare per tempo i decreti! Tutti, tranne quello del Tuscan Mining Geopark... E come mai?, vien giusto da chiedersi. E a chiederlo, soprattutto, ai componenti in pectore del Comitato: Marras, Bramerini, Giuntini, Lidia Bai e anche al commissario prefettizio di Gavorrano Vincenza Filippi.
Forse la risposta già c'è: forse non lo sapete (o fate finta di non saperlo), ma il Parco è di fatto già commissariato. Si, perchè nel decreto di nomina del Presidente vi è una “norma transitoria” che assegna a Luca Agresti i “pieni poteri” in attesa che venga formalizzato il Comitato. Poteri che solo un “Commissario straordinario” può avere, compreso quello di approvare “da solo” il Bilancio. Come a dire che il Comitato potrebbe anche non essere nominato mai! Ecco perchè Agresti va in giro a dire che la scadenza del 30 aprile “non è un problema”, e si comporta di conseguenza. Alla faccia della trasparenza!
Tutti gli alibi, le scuse, a questo punto crollano miseramente. Gli appelli del “Vicepresidente” (ma di che?) Lidia Bai al Ministero farebbero perfino sorridere se non aleggiasse il dubbio che si tratti di una parte in commedia. Se tre indizi fanno una prova, a questo punto non resta che trovare il colpevole... La si pianti, però, una volta per tutte con questa pantomima: “Sapete, manca ancora il Comitato...”. 

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