di ALESSANDRO BALDASSERINI
La fase di stallo “ha leso la capacità di manovra del Parco e lo ha reso una scatola vuota, o almeno oggi è così che lo percepiscono sia gli Enti locali compartecipanti che l'opinione pubblica. Un carrozzone, anzi ormai una carrozzella autoreferenziale parcheggiata in un vicolo cieco, senza prospettive. Svilire il coinvolgimento dei Comuni (...) ha fatto sì che molti Sindaci, ad esempio, si sentano esclusi dal progetto e tendano a disimpegnarsi. Non solo, ma le attese tradite hanno creato un vulnus tra la popolazione, soprattutto tra i giovani, che vedevano nel Parco un'occasione di riscatto e di nuove opportunità. Una crisi di fiducia che ha portato lentamente, ma inesorabilmente, all'indifferenza (…)”. E' necessario “ristabilire l'ordinaria amministrazione. Realizzare lo Statuto (…), riannodare i fili spezzati della compartecipazione, avviare la progettazione. In questo modo allora sì che ha un senso la partecipazione alla Rete dei Geoparchi Unesco. Altrimenti, diventa solo una targa all'ingresso di un palazzo semivuoto e chiuso al resto del mondo. Senza pensare che possono sempre venire a staccarla dal muro...”.
Parole e musica del sen. Francesco Sanna, nell'intervista rilasciata al nostro Report la scorsa settimana. Il riferimento era al Parco geominerario della Sardegna. Ma fate un piccolo “esperimento”: sostituite la parola “Sardegna” con “Colline Metallifere”. Ebbene, non sembra anche a voi che queste frasi si attaglino perfettamente all'attuale e caotica situazione in cui versa il Tuscan Mining Geopark?
Deve essersene reso conto anche il Presidente Luca Agresti: il quale, a pochi giorni dalla scadenza dei termini di legge per l'approvazione del Bilancio Consuntivo 2010, avrebbe preso una decisione coraggiosa e “rivoluzionaria”. “La nomina del Comitato di Gestione è in alto mare – è stato il suo ragionamento – e così non si può andare avanti... E io non intendo assumermi la responsabilità di varare il bilancio da solo”. Insomma, accada quel che deve accadere...
Come detto, una scelta coraggiosa e tesa a far chiarezza, mettendo tutti – Ministero dell'Ambiente in primis – di fronte alle proprie responsabilità. Ma, al tempo stesso, si tratterebbe di una mossa che lascerebbe il Parco ancora “in mezzo al guado” con il rischio di alimentare il caos e il clima d'incertezza. Perchè con un Presidente dotato, di fatto, di poteri “commissariali” grazie ad una cervellotica ed inusuale “norma transitoria” e visti tempi e modi con cui procede il dicastero di viale Cristoforo Colombo, si profila la non infondata possibilità di ottenere – così facendo – come unico risultato quello di prolungare “l'agonia” senza avere, in cambio, dei vantaggi proficui in merito all'organizzazione e alla gestione del Parco.
Secondo il nostro modesto parere, invece, giunti a questo punto è necessario prendere una decisione ancor più netta e radicale. Caro Agresti, prenda il coraggio a due mani: convochi i consiglieri “in pectore” e i Sindaci e chieda loro di assumere una posizione pubblica a suo sostegno. Approvi il bilancio da solo – come le consente di fare la “norma transitoria” - dopo di che, il 30 aprile, rassegni le dimissioni da Presidente e metta il Ministro Prestigiacomo con le spalle al muro. E se non se la sente di firmare il Conto Consuntivo senza il conforto del Comitato di Gestione, dia a maggior ragione le dimissioni ed azzeri la situazione.
Solo così potrà cessare questo grottesco gioco a rimpiattino. E consentire a lei di acquisire meriti presso la comunità locale. E la giusta riconferma a pieno titolo.
www.italiangeoparksproject.it
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