mercoledì 27 aprile 2011

Agresti: “Non mi assumo la responsabilità
di varare il Bilancio Consuntivo da solo”
Scaduti i termini si rischia il caos gestionale
di SACHA PAGANINI
Sabato 30 aprile scadono i termini di legge per approvare il Conto Consuntivo 2010. E nell'inarrestabile conto alla rovescia, nuovi ed imprevedibili scenari si stagliano all'orizzonte per il futuro del Tuscan Mining Geopark. Sì, perchè malgrado le recenti rassicurazioni e la “nota transitoria” inserita nel suo decreto di nomina che consentirebbe di farlo, il Presidente del Parco avrebbe deciso di non approvare il Bilancio senza il Comitato di Gestione.
Decisione, questa, che rischia di gettare il Parco Nazionale delle Colline Metallifere nel caos gestionale: perchè senza bilancio, è chiaro che l'attività economico-finanziaria dell'ente sarebbe bloccata e gli organismi decadrebbero. In tal caso, la prassi corrente prevede il commissariamento. Ma la questione è delicata e controversa: anche perchè, come detto e a suo tempo confermato dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, la “norma transitoria” aggiunta al decreto ministeriale di nomina del Presidente, dota lo stesso del potere di firma anche in assenza del Comitato di Gestione. Ma Luca Agresti ha fatto sapere di non voler avvalersi di questo strumento normativo: “Non intendo assumermi da solo questa responsabilità” (così come invece fatto per l'approvazione del Bilancio di Previsione 2011) e ha ributtato la palla nel campo del Ministero dell'Ambiente. Che lo sciolgano loro, questo intricato nodo...
Eppure, non più tardi di una ventina di giorni fa, lo stesso Agresti assicurava che “per il bilancio non vi sono problemi”. Probabilmente, era ancora viva la speranza che il Comitato fosse finalmente nominato ed insediato. Ora, invece, constatato che “per quanto riguarda il Comitato siamo ancora in alto mare”, Agresti avrebbe maturato la scelta di caricarsi tutto il peso sulle sue spalle e di lasciar scadere i termini di legge per vedere l'effetto che fa. Un modo per sollecitare il Ministro Prestigiacomo a prendere una decisione. Contando, magari, nella nomina a Commissario a tutti gli effetti. Ma tutto ciò, visti anche i precedenti, rischia di innescare un meccanismo perverso capace di bloccare del tutto l'attività del Parco.
In verità, un modo per fare chiarezza ci sarebbe. Secondo alcuni addetti ai lavori da noi interpellati, il modo migliore per uscire dal vicolo cieco sarebbe il seguente: il Presidente dovrebbe convocare entro il 30 aprile una riunione con i Consiglieri in pectore (Marras, Bramerini, Bai e Giuntini) in rappresentanza degli Enti del Parco – Provincia, Regione, Comuni e Comunità Montana – e chiedere loro un documento di sostegno e “copertura” politica con il quale poi varare il Bilancio Consuntivo. Dopo di che, rassegnare immediatamente le dimissioni. Facendo in quel modo, con il documento finanziario approvato, sarebbe impossibile per il Ministro “commissariare” il Parco (non ve ne sarebbero i presupposti giuridici, e un decreto in tal senso sarebbe facilmente impugnabile), e si potrebbero subito attivare le procedure per nominare di concerto il nuovo Presidente e il nuovo Comitato. Che potrebbero essere, a rigor di logica, gli stessi di adesso. Insomma, un azzeramento della situazione che metterebbe di fronte alle proprie responsabilità sia il Ministero dell'Ambiente che quello dei Beni Culturali.
In caso contrario, senza Bilancio approvato, salta il Presidente e salta il Comitato (che non c'è...). A quel punto, siamo sicuri che il Commissario sarebbe sempre Agresti? E, anche in caso di risposta affermativa, siamo soprattutto sicuri che il “patto di collaborazione” siglato tra il coordinatore provinciale del PDL e i più rappresentativi amministratori maremmani del PD reggerebbe ancora di fronte agli equilibri politici e gestionali mutati?

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