mercoledì 3 aprile 2013

GEOPARCO SARDEGNA / I DIPENDENTI: "SITUAZIONE INSOSTENIBILE, FUTURO A RISCHIO"

NOSTRO SERVIZIO 
(T. P.) IGLESIAS - Stato di agitazione dei dipendenti del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna. Il personale dell’ente, commissariato dal 2005, è stato assunto con i cosiddetti “contratti di somministrazione” attraverso leamite agenzie interinali ma è precario dal 2007. I dipendenti sono attualmente undici: Maria Greca Angioni, Pietrangelo Loru, Nicola Collu, Daniela Tidu, Francesco Muntoni, Roberto Rizzo, Patrizia Medas, Piergiulio Pisanu, Giorgia Pinna, Alberto Monteverde e Stefano Sernagiotto. Il Parco Geominerario si trova però da tempo in un grave rischio di esclusione dalla rete Unesco, legato alla mancanza di un organico permanente che garantisca l’attività dell’ente e la necessaria continuità nella pianificazione e realizzazione delle attività programmate. «L’esclusione dalla rete Unesco – scrivono in una nota i dipendenti – potrebbe significare la soppressione dell’ente e dunque la conseguente perdita del contributo annuale che lo Stato versa per il suo funzionamento e che è pari a un milione e 600 mila euro, cifra che evidentemente sarebbe sottratta alle già esigue risorse della Sardegna«. La situazione di precarietà del Parco Geominerario è dovuta principalmente ai tagli che il Governo Nazionale sta mettendo in atto da tempo. Nel 2008 i finanziamenti erogati dallo Stato sono stati 2 milioni e 400 mila euro. Ma di anno in anno queste risorse sono state ridotte sempre di più. La normativa assegna al Parco Geominerario la qualifica di ente pubblico non economico assimilato agli enti di ricerca che sono esclusi dai tagli. I dipendenti denunciano inoltre che « c’è stata una riduzione del personale in carico all’ente con un organico che era già ampiamente insufficiente qualche tempo fa e con una situazione che è diventata insostenibile». Il personale del Parco, sentite le istanze di tutti i dipendenti domanda quindi alla dirigenza dell’Ente, ma anche alle istituzioni nazionale e regionali «l’immediato superamento, della condizione di precarietà, garantendo la ripresa dei contratti, in forma più lunga e assicurando un periodo non inferiore a sei mesi unicamente finalizzato alla gestione degli impegni più urgenti. Chiedono inoltre la successiva e improrogabile stabilizzazione del personale esistente con garanzia del mantenimento degli odierni livelli occupazionali».

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