di ALESSANDRO BALDASSERINI
Dunque, ci siamo: a giugno c'è la concreta possibilità di festeggiare l'8° Geoparco italiano nella Rete europea dei Geoparchi Unesco. Il Parco delle Apuane ha superato lo scoglio dell'esame preliminare del Coordination Committee dell'European Geoparks Network e si appresta a ricevere (dal 24 al 27 giugno p. v.) l'ispezione decisiva della commissione internazionale. Se tutto va per il meglio, come non abbiamo alcun motivo di dubitare, a settembre in Norvegia potremo aggiungere un'altra “stella” sul già nutrito carnet nazionale, che fa dell'Italia il Paese leader in Europa nel panorama dei Geoparchi.
E' il successo di una strategia sapiente portata avanti in questi anni con competenza, passione e professionalità: e non ho difficoltà nell'indicare in Maurizio Burlando, coordinatore della Rete nazionale, il “regista” di questa operazione che indica la via da seguire per cesellare un modello di sviluppo che sappia coniugare la tutela ambientale al turismo responsabile, la valorizzazione del territorio alla qualità della vita, l'espansione socio-economica alla crescita culturale, la tradizione alle nuove opportunità, la memoria al futuro possibile.
Non è quindi un caso se oggi l'Italia si trovi all'avanguardia in questo settore, dopo aver recuperato in pochi anni un “gap” culturale prima ancora che strutturale nei confronti di altri Paesi, vedi Francia e Spagna.
Come detto prima, se tutto va per il meglio, potremo brindare all'8° geoparco. E in questo “tutto” vi è non solo la prova che attende il Parco delle Apuane ma anche l'esame di “verifica” a cui sarà sottoposto il Parco geominerario della Sardegna. Per questo sarà decisivo che le Istituzioni, Ministeri (Ambiente, Beni Culturali, Turismo), Regioni ed Enti locali, si rendano
pienamente conto di quale ricchezza e opportunità possono rappresentare i Geoparchi per il nostro Paese e la nostra economia e finalmente li sostengano e li valorizzino per quanto gli compete, senza più indugi e omissioni.