VALENTINO
PODESTA'
Le
ampie e documentate osservazioni presentate da Legambiente, WWF, Rete
dei Comitati per la
Difesa del Territorio, Comitato Terra di Maremma, Comitato per la
Bellezza nell’agosto 2011 al
progetto
definitivo SAT e le relazioni presentate hanno chiarito molti
aspetti fondamentali. Anzitutto i flussi di traffico lungo il
percorso Rosignano-Civitavecchia sono quanto mai variabili da
zona
a zona in relazione, evidentemente, al variare del trasporto locale:
da punte di 33.000 veicoli al giorno ai minimi di soltanto 11-12.000.
Ciò significa che creare, come si voleva - e come diverse
istituzioni locali purtroppo chiedono ancora - una nuova autostrada
in variante era una soluzione del tutto semplicistica, non
corrispondente alla domanda di trasporto, oltre che devastante sul
piano ambientale e paesaggistico.
Quindi
il tipo di pedaggiamento sarà la chiave di tutto: non si può
infatti pensare che il traffico attuale, per lo più locale, si
trasferisca dall'Aurelia, sin qui gratuita, a strade complanari che
non ci sono o che sono sostanzialmente strade della bonifica e che,
se venissero trasformate o realizzate ex novo come strade di grande
comunicazione, risulterebbero del tutto incompatibili con il
territorio e il paesaggio. E' da sfatare anche il mito del "corridoio
tirrenico di importanza europea" che in realtà non esiste
perché provenendo da nord arriva a Fiumicino e poi devia su Roma, a
differenza di quello adriatico che corre dalla Romagna alla Puglia.
Il
fatto che l'ultimo progetto ricalchi in larghissima misura il
percorso dell'Aurelia ci riporta alla impostazione del Progetto Anas
del 2000 che tutte le Associazioni Ambientaliste e gli le
amministrazioni pubbliche interessate hanno approvato, sia pur con
osservazioni puntuali. Una impostazione che le Associazioni
condividono, mentre hanno respinto in toto quella del progetto
preliminare SAT approvato dal CIPE nel 2008 con 110 Km in variante da
Civitavecchia a Grosseto, che pure era stato ed è tuttora sostenuto
dalla Provincia di Grosseto e da molti Comuni perché li sgrava
apparentemente del problema del traffico locale che sarebbe rimasto o
rimarrebbe sull'Aurelia. Appare strano che tutti questi Enti non
pensino alla devastazione che ne deriverebbe del più grande
patrimonio, anche economico, della Maremma: ambiente e paesaggio,
naturale e agrario. Un maggior approfondimento aderente alla
specifica realtà territoriale e urbanistica richiede tuttavia il
tracciato definitivo in comune di Orbetello che oggettivamente è
quello più difficile da
risolvere.
In
conclusione le Associazioni ritengono il progetto definitivo un
sostanziale passo avanti rispetto al progetto preliminare in variante
del 2008 ma non ancora sufficiente, e sollevano diverse questioni
critiche che non hanno ancora trovato una soluzione e su cui hanno
presentato precise Osservazioni al Ministero per l’Ambiente, che
sarà chiamato ad esprimere il parere per la Valutazione di Impatto
Ambientale.
Partendo
da questa impostazione, esaminiamo qui di seguito i nodi generali a
nostro parere tuttora irrisolti del progetto definitivo SAT nel suo
complesso.
Tre
fattori sono strettamente interconnessi nel caso di una
infrastruttura come il corridoio tirrenico:
1.
Il tracciato e l’impatto ambientale
2.
La fattibilità economico-finanziaria
3.
Il ruolo territoriale dell’infrastruttura
L’abbandono
del devastante progetto in variante tra Civitavecchia e Grosseto
approvato dal CIPE nel 2008 è una precondizione necessaria a rendere
accettabile la realizzazione dell’infrastruttura a patto che la
trasformazione in autostrada a pedaggio non comporti un sistema di
complanari e viabilità aggiuntiva insostenibile per il territorio.
Il
sistema free flow multilane consente di
ridurre sostanzialmente la necessità di complanari e di ridurre i
costi di realizzazione. I veicoli sono identificati da portali
automatizzati e da barriere, il passaggio dai portali e dalle barrire
non implica l’arresto del veicolo, il pagamento del pedaggio può
avvenire in forma differita.
Il
sistema permette di semplificare l’infrastruttura con svincoli più
semplici, minor numero di sovrappassi, minor occupazione di spazio e
riduzione dei costi di investimento. Ciò rende possibile una
selezione del traffico non solo in termini di percorso, ma anche in
termini di soggetti, di attività, di caratteristiche specifiche di
chi si muove, cosa che permette una “politica” di compensazione a
favore dei residenti, soprattutto quelli “obbligati” anche
attualmente all’uso dell’Aurelia dalla struttura
territoriale.
Il
traffico registra una forte prevalenza di brevi-medie percorrenze:
gli attuali volumi di traffico sulla SS1
Aurelia sono stimati in 19.900 Veicoli Teorici Giornalieri Medi
(VGTM).
Le
diverse tratte hanno livelli di traffico di punta molto diversi tra
loro, il che significa che il traffico che percorre tutta
l’autostrada è poco, mentre molto traffico percorre tratti brevi
(vedi Allegato 1)
Le
nuove stime di traffico di lungo periodo riproposte da SAT, pur
fortemente ridimensionate rispetto a quelle indicate nel progetto
preliminare, sono comunque ancora ottimistiche. La crescita del
traffico dopo il 2016 è quantificata in termini di veicoli-km/anno,
che sconta l’assunzione delle tariffe presumibilmente necessarie a
remunerare l’investimento per la concessionaria.
Al
2026 si prevede un TGM di 25.350 veicoli/g. Al 2036 si prevede un TGM
28.300 veicoli/g.
Il
ridimensionamento rispetto alle stime SAT del 2008 è fortissimo:
oltre il 40% di traffico in meno dei 50.000 veicoli/g del 2030.
Soprattutto
in una situazione non solo congiunturale di crisi l’itinerario
tirrenico non attrarrà traffico da altri itinerari autostradali, e
le obiezioni di allora delle Associazioni sulla sovrastima risultano
oggi del tutto fondate.
Chi
paga il pedaggio? Il 2016 è l’anno
previsto di entrata in esercizio dell’autostrada con l’introduzione
del pedaggio. Il traffico potenziale, ovvero quello che userebbe
l’autostrada se non ci fosse il pedaggio, è maggiore del traffico
pagante di circa il 25%. Il 25 % comprende: 11% di traffico senza
pedaggio o a pedaggio “agevolato”, 14% di traffico deviato su
viabilità alternative La componente “agevolata” riguarda il
traffico automobilistico dei residenti che effettuano tragitti
inferiori a 20 km. La componente “non catturata” è quella “che
effettua il by-pass delle barriere o che utilizza viabilità
alternative non a pedaggio” (punto 6.17 pag
36 dello Studio del traffico SAT).
I
livelli di traffico e pedaggio: nel 2016 su un traffico potenziale di
20.500 veicoli il traffico pagante è di 15.400 veicoli; aggiungendo
a questi la quota di 2.255 veicoli di traffico “agevolato” (11%
del totale) si ottiene il traffico medio presente sull’autostrada:
17.655 veicoli/g, meno di quelli che utilizzano l’Aurelia nella
situazione attuale (19.900).
Meno
viabilità alternativa e più utenti sull’autostrada. Circa
3.000 veicoli/g troverebbero conveniente usare l’autostrada se non
ci fosse il pedaggio e sarebbero invece costretti a utilizzare la ben
più fragile viabilità alternativa.
Nel
progetto definitivo sono previsti oltre 134 km di viabilità
alternativa, talvolta complanare di nuova realizzazione e talvolta
ottenuta con l’allargamento di strade esistenti. Il traffico che
pur potendola usare non usa l’autostrada e la lunghezza davvero
rilevante di viabilità alternativa aumenta inutilmente gli impatti
sul territorio, evitabili con il sistema free flow, rendono il
progetto (e i livelli di pedaggio) inutilmente costoso e
contraddicono profondamente la stessa impostazione del progetto (vedi
Allegato 2).
Manca
il Piano economico-finanziario. Al progetto
definitivo non è allegato alcun Piano Economico e Finanziario
complessivo. Il Piano economico e finanziario è assolutamente
necessario per capire il problema dei costi, del pedaggio e quindi
del ruolo territoriale dell’infrastruttura. La sfida progettuale
proposta dalle Associazioni è stata raccolta solo in parte, bene il
tracciato ma con qualche grave problema non risolto. Quali possibili
servizi (ad esempio di trasporto pubblico) per i territori
attraversati, quali connessioni con le attività strategiche locali?
Una
analisi costi-benefici molto debole. Le
uniche informazioni disponibili derivano da analisi costi-benefici
parziali, dalle quali si deduce, solo per alcuni lotti, come, a
fronte dei costi dell’intervento, le quantità di traffico stimato
ed il pedaggio (elevato) siano in grado di remunerare l’investimento.
I
benefici sono pressoché totalmente costituiti dai risparmi di tempo
degli utilizzatori. Si assume che si passi dai 70 km/h
sull’itinerario attuale ai 130 km/h sull’autostrada. E’ un
differenziale di velocità troppo elevato soprattutto nelle tratte
dove già oggi la Superstrada Aurelia permette velocità sicuramente
superiori ai 100 km/h.
Alla
probabile sovrastima del tempo risparmiato corrisponde una sicura
sovrastima del valore di
tale
tempo. Si attribuisce un valore di 16 euro/h indifferentemente a
tutto il traffico leggero, turisti e opzionali compresi: una
quantificazione sicuramente inattendibile.
Per
gli utenti che utilizzeranno l’autostrada è vero che l’aumento
della velocità, permesso dalla trasformazione, diminuisce i costi
generalizzati, ma tale diminuzione trova un limite ben pesante nella
introduzione del pedaggio.
I
volumi di traffico atteso sull’autostrada sono relativamente
modesti e configurano livelli di servizio assai alti, mentre i
livelli di servizio sulle viabilità alternative (di cui non si fa
cenno) rischiano di essere bassi o bassissimi.
Occorre
mantenere sull’autostrada tutto il traffico potenziale attraverso
adeguate politiche tariffarie (comprese politiche di esenzione
totale): quale risparmio consentirebbe una simile strategia in
termini di minori investimenti e minori consumi di suolo per
complanari e viabilità alternativa?
Occorre
pertanto conoscere al più presto il piano economico e finanziario
per poter valutare gli scenari di pedaggiamento e quindi il ruolo
territoriale dell’infrastruttura e la reale fattibilità
dell’intervento.